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Albania, non chiamatelo miracolo: l’algoritmo per qualificarsi agli Europei

Alarico Rossi, capo del dipartimento di scouting della nazionale albanese e analista delle nazionali maggiori, ci ha raccontato l’algoritmo che ha portato la selezione agli Europei

È bastato un pareggio contro la Moldavia per riportare l’Albiania agli Europei. Festa grande a Tirana per la seconda qualificazione al massimo torneo continentale nella storia della nazionale. Nei giorni scorsi, Alarico Rossi, capo del dipartimento di scouting della nazionale albanese e analista delle nazionali maggiori, ci aveva detto (rileggi QUI l’intervista completa): “Se i risultati ci daranno una mano, alla fine ne è valsa la pena di fare questi sacrifici”. Sono arrivati eccome, ma non nascono per caso.

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 Albania, l’algoritmo per andare agli Europei

Gran parte sono arrivati grazie a un algoritmo. Nel mondo calcistico facevano sempre paura, ora si stanno sdoganando. Alarico ci ha fatto entrare per un momento nel processo decisionale più importante: convocare un giocatore o no. “Il primo principio dell’algoritmo è l’eleggibilità. Quindi se il giocatore ha già fatto presenze in altre nazionali viene scartato. Se invece può avere passaporto albanese e può giocare con noi viene considerato”. Il popolo albanese è tra quelli con il numero più alto di doppi passaporti: ci sono oltre 9 milioni di albanesi in giro per il mondo.

 

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“A quel punto abbiamo una lista di campionati, catalogati per caratteristiche: abbiamo i fisici, i tecnici e i top. La situazione del giocatore viene valutata in base alla caratteristica di un campionato, poi al livello della squadra, alla frequenza di quanto gioca e infine all’andamento della squadra”. Per esempio, un giocatore che fa il titolare in una squadra che retrocede, arriva in nazionale che non è felice e incide nella valutazione finale. “Abbiamo una conoscenza tale che i campionati possono spostarsi da una fascia di valutazione all’altra: i campionati scandinavi giocati sui campi d’erba naturale hanno delle caratteristiche fisiche che ora stanno diminuendo perché tutti hanno il campo artificiale. Quindi si sviluppa la federazione, cambia il campionato e cambia anche la valutazione del giocatore“.

Dalle coppe europee all’allenatore nel club

Un fattore fondamentale sono anche le competizioni europee. “Se il Copenaghen vince contro i campioni di Polonia, vorrà dire che il campionato danese è di un livello superiore a quello polacco. Il Copenaghen nel turno precedente ha battuto ai rigori lo Sparta Praga, a quel punto posso considerare che, in questo momento, il campionato danese e quello ceco sono migliori di quello polacco“.

 

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La vita nel club ovviamente incide in maniera importante sulla valutazione di un giocatore: “Quando osserviamo la tipologia di giocatore, dobbiamo analizzare anche l’allenatore che lavora per il suo club di appartenenza. Se cambia l’allenatore, si generano ripercussioni anche sul giocatore: il piano di gioco, quante sostituzioni fa… sono tutti parametri la cui analisi poi produce un giudizio sul giocatore che finisce sulla scrivania del nostro commissario tecnico, sotto forma di relazione”.

Come nasce l’algoritmo e come viene utilizzato

“Solo dopo tutto questo processo, andiamo all’osservazione video”. Ma come è nato questo algoritmo? “Avevamo provato a partire solo con i dati, ma avevamo capito che fare cinque cross nel campionato russo non aveva nessuna correlazione con farli nel campionato polacco o in qualsiasi altra lega. Serviva una raccolta dati totale per la quale non avevamo né tempo né risorse: all’inizio c’ero solo io, ora ne siamo 6 e questo è possibile“.

Processo che all’inizio era molto lungo, ma oggi riescono ad essere abbastanza mirati sul proporre giocatori. “Devono sempre aderire al modello di gioco dell’allenatore: ovviamente se un allenatore gioca con il 4-3-3 non gli posso proporre un quinto o un trequartista. Però noi abbiamo una lista di giocatori utilizzabili in modo tale che se l’allenatore volesse cambiare modulo abbiamo a disposizione valide alternative. In pochi superano questa scrematura, ma riusciamo ad avere 5/6 giocatori per ruolo tra titolari e proponibili che possono essere sottoposti all’allenatore“. L’Albania ora vola agli Europei di Germania, ma non chiamatelo miracolo.