Quando arrivò al Benfica si allenava con Rui Costa, Di Maria, David Luiz e Coentrao e: “Quando sei accanto a certi campioni magari non diventi un fuoriclasse ma spesso ti trasmettono insegnamenti di vita”. Guido Ezequiel Abayian ha girato il mondo prima di approdare al Taranto, nel girone H di Serie D.
Classe 1989, attaccante puro e una carriera accarezzata dai grandi del calcio: "A 16 anni lasciai l'Argentina per andare al Bordeaux, rimasi poche settimane, poi arrivò la chiamata del Benfica” racconta Abayian a gianlucadimarzio.com. Nessuno può scegliere il proprio destino ma i sogni, quando nasci in Argentina e fai il calciatore, sono semplici anche se: "Rui Costa diceva che non sempre va come speravi e ognuno raccoglie quello che merita". Un treno passato troppo velocemente quello di Benfica: "A causa di problemi burocratici non fu possibile tesserarmi come professionista e così rimasi nelle giovanili ma, credetemi, non ho rimpianti”.
Lisbona, una fabbrica di sogni , la camera condivisa con Vlad Chiriches, suo compagno nella juniores finito poi a Napoli e Sassuolo: “Quando mi allenavo con la prima squadra osservavo David Luiz e Di Maria e prendevo appunti – spiega Abayian - Rui Costa era il primo ad arrivare al campo e l'ultimo ad andare via, prima di prendere il pallone si fermava sempre a darci qualche consiglio, un fuoriclasse di calcio e umiltà". Ha fatto il suo stesso percorso Gonzalo Bergessio, anche lui attaccante, anche lui argentino, che dopo qualche anno sarebbe esploso nel Catania. Da Cordoba a Benfica, a caccia di sogni, senza ritorno.
L’AMICIZIA CON EMILIANO SALA: “ERAVAMO FRATELLI”
Sogni che si intrecciano con quelli di un altro campione, Emiliano Sala: “Ero suo fratello maggiore”, racconta commosso Abayian. 21 gennaio 2019: “Una data che non dimenticherò mai”. L’aereo che trasportava Emiliano Sala da Nantes a Cardiff scomparve dai radar mentre stava sorvolando il canale della Manica, al largo delle isole del canale. Un disastro aereo che cambiò anche la vita di Abayian.
Si erano conosciuti in una scuola calcio di Cordoba, in Argentina, prima di trasferirsi, insieme, al Bordeaux: “Avevamo 16 anni quando arrivammo in Francia e lui era sicuro di arrivare nel calcio che conta, aveva una grande determinazione. Mi manca tantissimo. Ci ho messo un po’ a riprendermi e realizzare cosa fosse accaduto, mi aveva telefonato poche ore prima della tragedia, mi disse ‘Guido, ci pensi? Vado in Premier League, ce l’ho fatta’, per me resterà sempre un esempio”.
“RIPARTO DALLA SERIE D PER CONTINUARE A SOGNARE”
Dal Portogallo, al Cile, alla Bulgaria, all’Uruguay, una National League vinta a Gibilterra con il Football Club Lincoln: “Ho vissuto esperienze bellissime - prosegue Abayian - sono cresciuto e sono stato forgiato da grandi allenatori. Su tutti l’uruguagio Julio Ribas, padre di Sebastian, ex attaccante dell’Inter. Ma il sogno è sempre stato quello di giocare in Italia. Il mio bisnonno era italiano, di Lucca, e da quando ero bambino in famiglia mi hanno sempre parlato dell’Italia”.
Da qui le esperienze in serie D con Cittanovese e Sant’Agata prima dell’approdo a Taranto: “Ricomincio da una grande piazza per tornare nei professionisti, mi ha portato qui il direttore sportivo Francesco Montervino e voglio ricambiare la sua fiducia”. È nel destino di Guido Abayian essere accanto a grandi talenti, il bomber giramondo che non vuol smettere di sognare. Il lungo viaggio non è ancora finito.
di Fabrizio Caianiello