Il calcio nel nome, la storia di Ronaldo Webster
Per il terzino giamaicano la prima gara europea dello Shkendija potrebbe segnare una svolta in una vita fatta di sacrifici e tanto calcio
Anche la Conference League avrà il suo Ronaldo. Si chiama Ronaldo Romario Webster, viene dalla Giamaica e, così come il suo Shkendija, potrebbe coronare il sogno di debuttare in una competizione europea dopo anni in cui la passione per questo sport ha indirizzato ogni passo della sua vita.
Giocare a calcio per lui infatti non è mai stato soltanto un hobby, ma un modo per restituire un futuro stabile alla sua famiglia, che ha visto nel suo talento una grande speranza di ascesa e la possibilità di superare le difficoltà economiche di ogni giorno attraverso una delle passioni che da sempre lega tutto il popolo giamaicano.
–Se gli altri giocatori danno il 100%, io do il 300% perché ho una famiglia a casa da sfamare. Ogni giorno prima di andare ad allenarmi, chiamo mia madre, che è sempre a lavoro e mi dice di ‘lavorare sodo’ – disse lo stesso Webster nel 2023 in un’intervista al sito giamaicano TheStar.com poco dopo aver firmato il suo primo contratto con un club europeo, il Bregalnica Stip. Eppure questo percorso si sarebbe potuto interrompere già nel 2019, quando Ronaldo Webster perse in pochi mesi due dei suoi quattro fratelli minori in due incidenti stradali. Una tragedia che sconvolse la famiglia e che segnò profondamente il ragazzo. Un evento che però gli restituì anche un motivo per continuare a credere nel sogno che porta anche nel suo nome, quello di diventare un calciatore di livello internazionale.
E infatti nelle stagioni successive si scatena. Segna a raffica nelle selezioni giovanili e poi vince anche un campionato giamaicano da professionista con il Cavalier FC. Ronaldo si mette in mostra e viene acquistato dal Bregalnica Stip. La chiamata del club macedone diventa l’opportunità della vita e lui la sfrutta, mettendo a segno quattro gol e quattro assist in diciotto partite. Lo Shkendija se ne innamora e dopo appena quattro mesi lo prende, lo trasforma da esterno alto in terzino e lo rende un elemento chiave nella squadra campione di Macedonia che ora debutterà in Conference League.

La famiglia Webster e la passione per il calcio in Giamaica
Passione e sogni però si intrecciano nella famiglia Webster già nella scelta dei nomi dei figli, non casuali e volutamente legati al mondo del calcio, quello brasiliano nello specifico. Se la scelta del suo doppio nome, Ronaldo Romario, è una vera e propria investitura, quella di chiamare l’altro figlio Ronaldinho diventa un ulteriore auspicio che questo sport possa offrire ai due ragazzi una via d’uscita dalla povertà.
In realtà la passione per il calcio in Giamaica è qualcosa che va oltre i risultati sportivi delle squadre che rappresentano la nazione. Una lunga tradizione iniziata sull’isola con la nascita dello York Castle School Eleven nel 1883, ben dieci anni prima dell’origine del Genoa Cricket and Football Club, e dimostrata a più riprese da icone nazionali come Bob Marley e Usain Bolt.
Il primo infatti era solito organizzare prima di ogni concerto delle partite di calcio. Il secondo, invece, non ha mai nascosto la sua sfrenata voglia di vestire i panni del calciatore al termine della sua carriera in pista, disputando anche una serie di amichevoli col Central Coast Mariners in Australia.
E dunque forse non è un caso se anche nella famiglia Webster il calcio sia stato così preponderante da investire l’identità dei singoli membri. Idoli che dalla televisione passano sulla carta d’identità dei figli. Ronaldo e Romario per lui, Ronaldinho per il fratello minore. Nomi scelti forse con l’auspicio di poter vedere un giorno anche il nome “Webster” all’interno di quello schermo che sulle immagini di Rayo Vallecano-Shkendija potrebbe raccontare un’altra pagina di questa storia.
A cura di Alessandro Lorenzi