I nuovi compagni, il “gemello” Dybala, le stories in auto: Torino e l’Higuain 2.0
Il passato non si dimentica, né si può accantonarlo mai del tutto. Il destino e il calendario si sono divertiti a giocare un po’ con i sentimenti di chi, in questi giorni, quel passato lo rivivrà. Attore di un nuovo presente, spettatore di ricordi, da osservare come davanti ad uno schermo o dietro un vetro. Gonzalo Higuain. Napoli-Juventus. E’ già (quasi) tutto qui. Ci si potrebbe anche fermare, non andare oltre. Invece può essere affascinante scavare, immaginare come e quando le istantanee di tre anni appena trascorsi busseranno alla mente e al cuore del nuovo numero nove bianconero. Se vestiranno i panni di motivazioni ulteriori o quelli di un piccolo freno inibitorio. O magari, una volta al San Paolo, per la prima volta da ex, scompariranno: tre anni di un Gonzalo dentro e fuori dal campo, a Napoli (che vi abbiamo raccontato qui); sette mesi a Torino, che raccontano un Pipita felice anche nella sua nuova dimensione.
Un ambientamento favorito anche dalla colonia sudamericana presente nello spogliatoio bianconero. Quella che Higuain sui social (su Instagram soprattutto, dove è molto attivo) chiama “banda”. Cuadrado, Alex Sandro, Dani Alves, Neto, Rincon. E soprattutto Dybala, gemello del gol, fratello minore con cui ha trovato un feeling particolare che trascende l’intesa sul prato dello Stadium. Così, tra un mate e un asado, anche Torino ha conquistato Gonzalo. Forse è la sua città ideale, lui che è molto riservato e, pare, poco mondano. Tra molte cene in famiglia, compresa quella di capodanno, serate con i compagni, poche uscite glamour. E il karaoke dei locali di Napoli sostituito dalle performance auto-riprese in macchina, ascoltando musica alla radio, che la fanno da padrone nelle Instagram stories del Pipita.Tra sorrisi e il focus sull’obiettivo principale, che poi è quello che lo ha convinto a lasciare Napoli: vincere.
Ed è per questo che in campo, contro la sua ex, Gonzalo non ha finora fatto sconti. Il pensiero ai suoi ex tifosi alla vigilia della prima gara in campionato in bianconero (“non vi dimenticherò mai”), poi avversari da battere come tutti gli altri: segnando, in due partite su due a Torino, gol pesantissimi entrambi. Ora altre due sfide ravvicinate, con la voglia di ripetersi ancora. Per trasformare i fischi che lo sommergeranno (perché sì, l’amore “tradito” difficilmente si perdona) in un silenzio assordante. Ma Sarri, che magari lo abbraccerà come fatto all’andata, ha studiato perché non avvenga. Una sfida che Higuain, perché no, vivrà con la speranza folle e remota, forse non utopistica però, che a fine gara, qualsiasi sia il risultato, arrivi anche qualche applauso. Forse un po’ ci spera, dentro di sé. Ma se non sarà così, capirà. In fondo è solo questione di qualche giorno, poi nuovamente ognuno per la sua strada, verso quell’amore nuovo che cantava De André. Non è proprio il genere di musica che Higuain canta in macchina, ma questa storia la fotografa meglio di qualsiasi altra cosa.
“… E quando ti troverai in mano quei fiori appassiti al sole d’un Aprile ormai lontano li rimpiangerai. Ma sarà la prima che incontri per strada che tu coprirai d’oro per un bacio mai dato per un amore nuovo.” (La canzone dell’amore perduto, 1966)