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Galano, bomber ritrovato: “A Pescara segno e dimentico Foggia”

Otto gol da inizio stagione, il modo migliore per riscattare un anno terribile nella sua città: “L’avevo capito subito. Ma ora la musica è cambiata”. Anche se Cristian ascolta sempre i neomelodici

Aprire la foto whatsapp. Solo così potevi vedere, fino ad agosto, il sorriso di Cristian Galano. Zaino sulle spalle, un viaggio a Cuba e un bambino in posa con lui. “Era dolcissimo. Gli ho dato una moneta. Per lui era importante. E ci siamo fatti una foto insieme”. Da quell’immagine sono passati un paio d’anni. Cristian ha ancora quella foto in cui sorrideva e guardava.

Non poteva vedere però cosa sarebbe venuto dopo. Due fallimenti consecutivi, a Bari e a Foggia. Prima il club dov’era cresciuto, poi quello nella sua città, dove aveva scelto di tornare. Sfidando la ragione. “Ho seguito il cuore ma è stato un errore. Ho capito da subito che c’era qualcosa che non andava con la società. Ci hanno lasciato in mezzo a una strada. Giocavo poco, mi sono sentito subito messo da parte”. Gli stipendi fermi allo scorso inverno, la retrocessione in quel maledetto 11 maggio a Verona, le troppe panchine, la frustrazione. “Non giocavo e mi sentivo abbandonato dalla società. Forse mi avevano preso solo per fare gli abbonamenti, non lo so. È stato molto doloroso da foggiano”.


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Ricominciare da Pescara. "Quella telefonata di Zauri mentre ero al mare" 

Ventuno partite e 3 gol. La voglia di ricominciare altrove. La chiamata giusta, da Pescara. “Ero al mare e mi contattò Zauri. Mi ha fatto capire che sarei stato importante. Il presidente Sebastiani mi aveva cercato anche negli anni scorsi. Stavolta sentivo che era davvero la volta giusta”. Intuizione esatta: dopo 13 partite, i gol fatti sono già otto. Sempre a segno nelle ultime 4 giornate. Dall’inizio del campionato è stato fuori solo 55 minuti. Largo a destra, al centro di un progetto. “La fiducia è tutto per me. Ho trovato un bel gruppo e una società seria. Ho iniziato forte, come a Bari un paio d’anni fa. Feci 13 gol nel girone d’andata”. Gli ultimi due li segnò a Perugia, dove domenica tornerà per sfidare un vecchio compagno di (dis)avventura a Foggia che quest’anno – come lui – si sta riscattando. L’unico che ha segnato più di Cristian finora: Pietro Iemmello. “Gli faccio un grande in bocca al lupo. Anche lui ha sofferto molto. Ora sta dimostrando il suo valore”.


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Galano, da Robben alla libertà: "Il timbro da discontinuo non lo capisco"

Se Iemmello è di nuovo Re Pietro, Galano è tornato a essere il “Robben della Capitanata”, soprannome somatico e tecnico: “Sì, ma più per i capelli dai. Non so chi è stato il primo a chiamarmi così, ma mi fa piacere anche solo ricordare un po’ un fenomeno del genere”. Partire da destra per colpire col mancino. Marchio di fabbrica che li accomuna. Una caratteristica che Zauri ha saputo valorizzare “dandomi libertà e continuità”.

Ecco, quest’ultima parola se l’è sentita ripetere spesso. Soprattutto quando, nonostante i 60 gol in B, gli venivano sbarrate le porte della serie A: Mi fa incazzare quando sento dire che manco di continuità. Non è che in giro sono tutti Messi o Ronaldo. A volte vedo che a certi giocatori bastano un paio di buone partite per essere considerati pronti a fare il salto. Io ho 28 anni e non ce l’ho ancora fatta. Ma non perdo la speranza e magari ci arriverò col Pescara”.


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Galano, il karaoke con Bruno e la passione per Angelo Famao: "Mai avuto un piano B"

Se dovesse succedere, sa già chi fra i suoi compagni animerebbe la festa: “Sicuramente Bruno. Soprattutto se gli mettono un karaoke davanti. Le canta tutte, è un fenomeno. Io sono stonato, al massimo canticchio qualche pezzo neomelodico napoletano. Il mio preferito è Angelo Famao”. Alla richiesta di accennarmi una strofa, Cristian parte con il ritornello di Tu si a fine do Munno. Qualità canore inferiori al suo sinistro, senza dubbio. Però ci permette di scoprire che il video di quella canzone ha più di 45 milioni di visualizzazioni su Youtube. Impensabile. Come immaginare la vita di Cristian lontano dal pallone: “Non ho mai saputo rispondere quando mi chiedevano cos’avrei fatto se non fossi diventato un calciatore. È stato il mio unico obiettivo sin da quando avevo 5 anni”.

Bari, l'infanzia e l'amore: "Giorgia, il polo positivo"

Giocava per le strade di Foggia e a 11 anni si è ritrovato a Bari. Lo scelsero dopo un torneo a Palese, in provincia. Per un anno è stato un piccolo pendolare, poi si è stabilito in una città che gli ha fatto conoscere la ragazza del cuore: Si chiama Giorgia, stiamo insieme da tre anni e mezzo. È sempre positiva, lo è stata anche nei momenti più difficili. Si è trasferita con me a Pescara. Anche per lei è un momento felice”.


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Anche lei sogna di accompagnarlo nella scalata verso quella serie A che nell’estate del 2018 stava per materializzarsi. Dopo il fallimento del Bari, mi prese il Parma. Feci tutto il precampionato, ma avevo intuito che non rientravo nei piani. E due giorni prima della fine del mercato, mi dissero che avrei dovuto cercare squadra”. Sfumato il Benevento, che l’aveva cercato a inizio estate, Galano accantonò le altre pretendenti per tornare a Foggia. Una storia “andata com’è andata, non pensiamoci più. Anche se ogni domenica chiedo sempre i risultati della D”.


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Il passato è una terra straniera, scriveva Carofiglio. Un barese che ha lavorato a lungo a Foggia. Situazione opposta, riflessione identica. Il presente è una passeggiata sul lungomare di una città capace di amare follemente fin dai tempi di D’Annunzio. “Ricordati di osare sempre”, si raccomandava il Vate. In fondo è quello che gli dice anche Zauri. Per questo Cristian ora sorride come in quella foto col bambino. Perché in fondo lo è un po’ anche lui. Gli basta un pallone.

 

 

Si ringrazia il Pescara Calcio e Max Mucciante per le foto di Galano a Pescara