Le gare a colpire traverse e i 200 km al giorno: viaggio nel mondo di Castrovilli
Gol a San Siro nella vittoria sul Milan, sette partite da titolare su altrettanti impegni di campionato e rinnovo del contratto fino al 2024. La vita di Gaetano Castrovilli è cambiata radicalmente negli ultimi 50 giorni, partendo dall'esordio in A in Fiorentina-Napoli e passando da prestazioni che gli hanno permesso di conquistare anche le attenzioni del ct Roberto Mancini. Alle radici di questo centrocampista classe 1997, che ha avviato il suo percorso nella piccola Minervino Murge ed è maturato nelle giovanili del Bari prima e a Cremona (55 presenze in due anni) in B, poi, c'è però la mano di diversi allenatori. Non ultimo, Vincenzo Montella, che in campo gli ha disegnato quella posizione da incursore che lo sta valorizzando al meglio.
MISTER NICASSIO E QUEGLI ALLENAMENTI A CERCARE LA TRAVERSA
Gigi Nicassio ha seguito la crescita del giovane Gaetano nel settore giovanile del Bari, fino al passaggio nei Giovanissimi Nazionali avvenuto a inizio 2011. "Finito l'allenamento – ricorda ai microfoni di gianlucadimarzio.com – si faceva a gara a chi colpiva più volte la traversa da fuori area. E lui mi diceva che mi avrebbe battuto. Così è stato. La vita gli ha dato il dono giusto, che meritava, per tanti sacrifici". Umiltà, una costante nella vita di Gaetano: "Ho un ricordo bellissimo dei genitori e dello zio Nimbo, che per lui era un secondo papà. Lo accompagnava tutte le volte da Bari a Minervino. Non era facile nemmeno sostenere questi viaggi dal punto di vista economico. Duecento chilometri al giorno, in pratica mille a settimana. Lui usciva da scuola, lo zio lo prendeva, lui mangiava un panino e dopo l'allenamento tornava a casa la sera".
Un rapporto solido, tanto che il 14enne Castrovilli al momento del passaggio nei Giovanissimi Nazionali gli dedicò una lettera: pregna di educazione, rispetto per il suo allenatore (“Grazie per tutto quello che mi hai trasmesso e per averci chiesto di essere sempre educati”) e con una formazione tipo. Il suo ruolo? Trequartista, con maglia numero 10 sulle spalle.
"Vedere Gaetano firmare un contratto fino al 2024 con un club così importante mi riempie il cuore di gioia – ammette Nicassio, che in carriera ha lanciato anche Filippo Falco, oggi attaccante del Lecce – lo hanno sempre seguito squadre importanti e dicevo sempre a suo zio e ai genitori che il ragazzo avrebbe fatto tanta strada. Montella poi è stato eccezionale: dare fiducia a un ragazzo che veniva da due anni di B e farlo giocare in una rosa importante come quella della Fiorentina, vuol dire che ha visto qualità eccellenti in lui”. La serenità come punto di forza: “Quando giocava con me, gli dicevo che dalla trequarti in poi poteva fare quello che voleva. Per lui giocare a San Siro o contro i suoi amici di Minervino è la stessa cosa. Lui ha gioia con la palla, sorride. Mancini lo ha messo nella sua lista ed è una cosa bella anche per noi piccoli che lo abbiamo cresciuto".
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URBANO: “RICORDO ANCORA QUELL'ASSIST CONTRO LA LAZIO”
Corrado Urbano oggi è per il terzo anno di fila alla guida del Cassino in Serie D, allena tanti giovani ("Ci sono dei 2002 e 2003 dei quali si parla molto bene") e ha allenato Gaetano Castrovilli nel Bari Primavera. "Lo ritrovo uomo – ci racconta – aveva qualità che sta confermando e doveva completare il percorso di crescita a livello tecnico-tattico e come persona. Oggi lo vedo giocare con grande padronanza ed enorme personalità. Gli è rimasta quella leggerezza da danzatore (ha studiato da ballerino in gioventù, ndr) ed è cresciuto tanto nella fase di non possesso. Eppure Gaetano ha sempre dovuto sudare per essere lanciato in prima squadra a Bari. Per lui il fatto che il Bari avesse bisogno di monetizzare alla fine è stato un fattore che gli ha permesso di andare alla Fiorentina (gennaio 2017, ndr). Giocammo contro di loro gli ottavi di finale della stagione 2014/2015 e i dirigenti viola mi dicevano che avevano grande stima di lui. Un anno e mezzo dopo era a Firenze”.
L'album dei ricordi si apre e si fa sfogliare: “Con noi giocava da trequartista nel 4-2-3-1, ora vedo che corre tanto anche in recupero palla – spiega Urbano – ricordo una vittoria contro la Lazio: giocò una partita di grandissimo livello, vincemmo 2-1. Servì un assist a Leonetti dopo una scorribanda a centrocampo, saltando 3 persone e servendolo con uno scavetto”. Doti che oggi si vedono sui campi di A: “La tecnica in velocità è la sua forza e più si alza il livello, più queste cose gli vengono facili – sorride Urbano – allenandosi con Chiesa e Ribery non potrà che crescere. Mi sono sentito con lui dopo l'esordio con il Napoli e gli avevo detto che l'avrei richiamato all'esordio in Nazionale. Credo che a breve ci risentiremo…"
NICOLA: “RAGAZZO INTELLIGENTE ED ESTREMAMENTE EDUCATO”
Chi ha fatto esordire Castrovilli in B è stato Davide Nicola. Pochi minuti in uno Spezia-Bari 1-0 del maggio 2015, partita senza obiettivi per i biancorossi che però Gaetano conserva nell'elenco dei giorni da non dimenticare: "Un ragazzo estremamente educato, con movimenti di classe, intelligente, qualitativo – ricorda a gianlucadimarzio.com l'ex allenatore di Bari, Crotone e Udinese – non per altro l'abbiamo fatto esordire in Serie B. Sono contento della crescita che ha avuto e credo che ogni allenatore che l'ha allenato si è sempre accorto delle grandi potenzialità che aveva questo ragazzo".
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STELLONE: “CON LA SUA UMILTÀ ANDRÀ LONTANO”
Da quel maggio 2015, Castrovilli dovette attendere altri 16 mesi per ritrovare la B. Lo fece grazie a Roberto Stellone, che lo volle fortemente in prima squadra: “In quell'estate dovevamo capire che giocatori dovevano restare e quali potevano andar via, ma capimmo subito che lui aveva tutte le carte in regola per giocare con la prima squadra” ricorda l'allenatore a gianlucadimarzio.com. Nei tre mesi di gestione Stellone a Bari, il giovane Gaetano – con numero 21 sulle spalle – giocò nove partite tra Coppa Italia e campionato. “L'ho fatto entrare in campo a Perugia nel finale, alla seconda giornata e con Brienza cambiò la partita permettendoci di vincere per uno a zero – spiega Stellone – poi lo lanciai da titolare la settimana dopo a Vicenza. Ha forza fisica e qualità, questo è un suo punto di forza: è un jolly offensivo, può fare la mezzapunta, la mezzala e la seconda punta”.
Il modello è di quelli nobili: “Gli piaceva molto Johan Cruijff e come cambio passo, per dribbling e movenze, può ricordarlo. Con lui parlavo molto, essendo giovane e in una piazza non facile come Bari un consiglio da mister e ex attaccante glielo davo spesso. Vedo che è migliorato quanto a capacità di sacrificarsi in campo e vivere l'allenamento come un motivo per responsabilizzarsi”. Una dote, però, è rimasta immutata: “Con quell'umiltà andrà lontano. Non si sente mai arrivato, è un ragazzo in gamba anche sotto quell'aspetto. Nazionale? Lo spero, sarebbe una soddisfazione per lui e per tutti quelli che gli hanno dato fiducia in campo”.