Solo qualche mese, tanto ci ha messo a far perdere la testa a Firenze. Adesso Gaetano Castrovilli avrà molto più tempo a disposizione. Il suo contratto è stato rinnovato fino al 2024: “E' il nostro futuro - ha spiegato Pradè in conferenza stampa - gli chiediamo di restare così come è, ovvero umile e professionale. Il nuovo accordo è di cinque anni, ci abbiamo messo un po' di tempo ma lo abbiamo chiuso questa mattina. Ringrazio anche il suo agente Michelangelo Minieri. Si tratta di un accordo che dipenderà molto dalle prestazioni di Gaetano".
Classe 1997, sette su sette da titolare in campionato. Montella non ci rinuncia mai, lui lo ripaga con giocate e gol (uno fin qui, quello a San Siro contro il Milan). E' stato paragonato al nuovo Antognoni, mica male da queste parti: "Ripercorrere la sua carriera sarebbe fantastico - le parole di Castrovilli - ringrazio il mister che mi ha elogiato in questo modo. Diventare un simbolo di questa città mi farebbe piacere".
Maglietta e giacca, volto sorridente e voce timida: "Dedico tutto questo alla mia famiglia, che continua a fare grandi sacrifici per me. Ho accettato il rinnovo con entusiasmo, perché qui posso crescere". Ogni volta che lascia il campo i tifosi si alzano in piedi: "E dal loro applauso dopo la gara con la Juve ho capito di essere diventato importante".
Due anni di B da protagonista alle spalle. Una conferma che, forse, lo ha anche un po' sorpreso: "A fine giugno dovevamo fare la lista dei convocati - ha svelato Pradè - Russo, il secondo di Montella, un giorno mi chiama e mi dice di aspettare a cercare rinforzi a centrocampo: 'Castrovilli ci piace parecchio' - mi dice. C'è la volontà di lavorare su profili come quelli di Gaetano".
Da lì è iniziata una bella storia, la sua storia. Gioca titolare nella Fiorentina, ma Gaetano si sente ancora all'inizio: "E devo migliorare nell'ultimo tocco e sotto porta. L'esperienza a Cremona mi ha aiutato molto, devo ringraziare i miei ex compagni che mi hanno aiutato sotto ogni punta di vista".
Si ispirava tanto a Ronaldinho e Kakà, ha segnato il primo gol in A proprio al Milan, a San Siro: "Da bambino tifavo per i rossoneri, per questo è stata un'emozione grandissima. Mi stavo quasi per commuovere". Nello spogliatoio ci sono uomini ancora prima che calciatori. Ribery su tutti, Boateng, Caceres e non solo: "Il consiglio che mi danno è semplice, restare umile".
Uno stimolo, a modo suo, glielo dà anche Pradè. Che lo guarda orgoglioso, quasi come un padre con un figlio: "Gli ho detto che, qualora continuasse così, gli darei il permesso di scrivere alla mia nipote su Instagram. E' decisamente carina". Sorrisi, tanti. Come Gaetano in campo. Ne regalerà per altri cinque anni.
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