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Sub20, occhio a… l’Ecuador campione: la prima volta non si scorda mai

Il gioco innovativo del ct Célico e i gol del capocannoniere Campana, andiamo a vedere cosa c’è dietro il trionfo dell’Ecuador al Sub20

“Felicitaciones Campeones”. Si fa festa in Ecuador, la nazionale ha vinto il Sub20 in Cile (QUI tutti i risultati). Primo posto nel girone finale e qualificazione al Mondiale di categoria (5 maggio–16 giugno in Polonia) e ai Giochi Panamericani (26 lugio-11 agosto in Perù). Nel 2017 aveva chiuso al secondo posto con quell’urlo strozzato in gola. Due anni dopo è uscito bello forte. Liberatorio.

Ecuador davanti a tutti per la prima volta, con un attacco che è stato una vera e propria macchina da gol: 14 in 9 partite, nessuno come loro.

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Il segreto del “MiniTri” si chiama Jorge Célico, un allenatore argentino diventato eroe dalle parti di Buenos Aires per aver vinto al debutto da professionista sulla panchina dell’Huracan contro il River Plate nel 2002: “La partita più importate della mia vita”. E meno male che era stato preso ad interim.

Diciassette anni dopo quel calcio innovativo e propositivo l’ha portato al trionfo. Verticalizzare è la sua parola d’ordine. Palla in avanti, poi qualcosa succede. E quando c’era quel tridente Alvarado, Rezabala (QUI la sua storia) e Campana già si sapeva come sarebbe finita: 12 delle 14 reti dell’Ecuador sono arrivate da loro tre.

L’EROE CAMPANA

Célico dà indicazioni e Campana la butta dentro. Facile, no?! La mente e il braccio. Con i due gol dell’attaccante contro il Venezuela l’Ecuador ha messo la freccia superando Uruguay e Argentina. Il primo su rigore (sinistro a incrociare), il secondo è qualcosa che difficilmente si vede in giro: cross dalla sinistra, lui prova la rovesciata ma il pallone rimane lì e da terra la butta dentro. Tutto di sinistro. “Golazo, golazo, golazo” ripete una decina di volte il telecronista. E non si può chiarame diversamente. Un mix di istinto e furbizia, da attaccante vero. A chiudere la feste il 3-0 firmato Segura. In pochi si sono accorti che l’Ecuador ha giocato in dieci gli ultimi 20′.

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Numero nove sulle spalle, sorrisone delle grandi occasioni. Capocannoniere del torneo con 6 reti. E pensare che in Cile Campana non doveva neanche andarci. Célico gli avrebbe preferito Reasco e Plaza, ma il primo era out per infortunio e l’altro non ha avuto l’ok del Valladolid per partire. E così il ct ha chiamato il classe 2000 del Barcelona di Guayaquil. Il presidente Cevallos se lo coccola: “Congratulazioni alla nostra selezione Under 20 per aver ottenuto la qualificazione al Mondiale in Polonia – ha twittato – soprattutto a Leonardo Campana”.

Quando parte palla al piede non lo fermano quasi mai. “El caballo blanco”, lo chiamano. Un purosangue che per l’allenatore del Barcelona Guillermo Almada è il giovane più promettente all’interno del club. Da vicino guarda (quasi) tutti dall’alto verso il basso, ecco il perché dell’altro soprannome: “La Torre”. 187 cm di qualità. I suoi modelli sono Lewandowski e Suarez, fisico e velocità.

Il padre Pablo è un ex tennista e attuale Ministro del Commercio, lo zio Isidro Romero un dirigente del club dove gioca. Controllato a vista Campana, che gli ultimi tre ritiri pre campionato li ha fatti tutti con la prima squadra. Sogna il debutto al Monumental e nell’attesa segna qualche gol con le giovanili e la squadra riserve. Qualche? Arrivano a raffica. Con l’Under 18 era una sentenza, il Barcelona partiva sempre dall’1-0: 20 reti in 19 partite e gli occhi del Borussia Mönchengladbach su di lui. Ad agosto è stato dieci giorni in Germania sotto lo sguardo attento di osservatori e dirigenti tedeschi. Un provino col più classico dei finali: “Le faremo sapere”. Magari già a dicembre, quando il contratto con Barcelona scade e Campana si può prendere a zero.

DELUSIONE BRASILE

Veniamo all’altra faccia del Sub20, quella triste che torna a casa a testa bassa. Alzi la mano chi si aspettava il Brasile fuori dal Mondiale. Eh già, la squadra di Rodrygo (QUI la sua storia) e Lincoln (QUI) non andrà in Polonia. Serviva un 3-0 contro l’Argentina, è arrivato uno striminzito 1-0 con gol su rigore – tra l’altro – dell’attaccante del Flamengo. Tutti a casa col peggior attacco del torneo. Il ct Amadeu si è lamentato per le poche partite a disposizione per preparare il Sub20. Tanti solisti e poco affiatamento. Niente Mondiale per i Verdeoro, ed è la seconda volta di fila.

In Ecuador intanto è già partito il countdown per andare in Polonia. C’è una nazione che continua a fare festa tra i gol di Campana e le verticalizzazioni di Célico.

@francGuerrieri