Ok, non c’è Vinicius jr perché il Real l’ha trattenuto a Madrid. Poco male per il Brasile però, perché da quelle parti talento e fantasia non mancano di certo.
In tanti sono curiosi di scoprire Gabriel Brazao, il portiere classe 2000 preso in sinergia da Inter e Chievo (QUI i dettagli della trattativa col Cruzeiro) che sbarcherà in Italia alla fine del Sub20 (QUI la sua storia)
Qualche metro più avanti – esterno d’attacco, preferibilmente a sinistra – gioca Rodrygo Goes, 18 anni compiuti dieci giorni fa. Per tutti è il nuovo Neymar, tanto che il suo vecchio soprannome nelle giovanili del Santos era Neymarzinho. Ma lui non ne vuole sapere: “Mi ispiro a lui, io però voglio essere solo Rodrygo”. La storia insegna: “Quando Neymar esordì sentiva troppa pressione per il paragone con Robinho”.
Rodrygo in campo dribbla e sterza che è una bellezza, quando parte in velocità non lo fermi più. Ne sa qualcosa l’ex Porto – oggi al Nacional – Jorge Fucile, che una volta fece una brutta entrata sul brasiliano: “Era l’unico modo per fermarlo”. Non c’era soluzione, o così o così: “Mi aveva fatto tre tunnel, non era mai successo”. Figlio di un ex terzino, come tanti brasiliani inizia con il futsal per poi passare al calcio a 11 dopo un anno.
Da quelle parti lo chiamano "Menino da Vila", il ragazzo del villaggio. Soprannome scontato se giochi nel Santos. Etichetta che hanno avuto tutti: da Pelè a Neymar, passando per Robinho e Gabigol.
A Madrid non vedono l’ora di scoprirlo. Il Real l’ha prenotato per luglio pagandolo 45 milioni. Un po’ come successo con l’amico Vinicius. Accelerata decisiva per superare il Barcellona che aveva già parlato con l’agente e col padre del giocatore. E prima ancora l’aveva seguito il Liverpool.
Talento precoce, a 11 anni ha firmato il primo contratto con la Nike. E’ nella storia del Brasileirao come marcatore più giovane:17 anni 2 mesi e 6 giorni. Copia e incolla in Libertadores, dove ha timbrato il cartellino a 17 anni e 8 mesi. Un super gol, tra l’altro: parte da sinistra all’altezza della metà campo, ne salta due come birilli e batte il portiere con un diagonale. Bacio alla maglia, ingresso nella storia. Il giorno dopo si è scusato con i professori perché aveva saltato la scuola per scendere in campo: “E’ stato per un buon motivo”.
L’anno scorso ha vinto il premio come miglior esordiente del Paulistão, altra assenza (giustificata) a scuola: “Gli insegnanti hanno capito”. Loro sì, lui invece faceva fatica a rendersene conto: “Mi sembra un sogno. Sono abituato alle feste per ragazzini, devo ancora abituarmi”.
Niente palloncini e aranciata sul tavolo, ora si fa sul serio. Rodrygo è volato in Cile per continuare a stupire a modo suo: gol e fantasia. Aspettando il Real.