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Donnarumma e il Milan, storia di precocità e rinnovi tardivi

Dall’esordio a 16 anni alla fascia da capitano dei rossoneri a 21

Agognata per tanto tempo, ora Gianluigi Donnarumma e il Milan la Champions League se la sono conquistata. I rossoneri tornano in quella competizione che per loro ha un sapore particolare, ma lui, Gigio, probabilmente non la giocherà. Il contratto scade a giugno 2021, il rinnovo non arriva e il Milan si è cautelato con l’arrivo di Mike Maignan, che ha già svolto le visite mediche. Serve mettere in pausa e riavvolgere per riguardare bene la storia di un portiere che pur essendo giovanissimo ha già oltre 250 partite da professionista con il Milan.

L’arrivo e gli esordi

 

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Già da bambino Gigio bruciava le tappe. Al Club Napoli – società tra Castellammare di Stabia, Gragnano, Pompei e Santa Maria la Carità – sin da subito inizia a giocare con i più grandi e gli occhi dei professionisti si posano su di lui. Il salto è pronto. Donnarumma va a Milano, ma non sponda rossonera, bensi quella nerazzurra dell’Inter. Con la società all’epoca di Moratti firma anche un pre-contratto, si iscrive a scuola nel capoluogo lombardo. Lui milanista di fede, che va all’Inter. Poi arriva il Milan e si sa, al cuore non si comanda. La storia di Donnarumma inizia qui. Gioca da sottoleva per i Giovanissimi, gli Allievi e la Primavera. Poi arriva il 25 ottobre del 2015. Sulla panchina rossonera c’è Mihajlovic, in porta Diego Lopez. L’ex Real Madrid non convince e l’allenatore serbo decide di lanciare lui dal primo minuto contro il Sassuolo. È la prima di 251 partite con i rossoneri.

Il rinnovo, i soldi finti e l’Europa

 

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Aveva appena 16 anni, 8 mesi e 8 giorni. Giovanissimo come un altro Gianluigi che tra i pali ha fatto la storia: Buffon. Il parallelismo fu immediato e facilitato dalle prestazioni di un portiere fino a poco tempo prima sconosciuto. Mihajlovic lo fa diventare il portiere titolare del Milan e i rossoneri chiudono al settimo posto e appuntamento con l’Europa rimandato. Al serbo Gigio deve tutto, ma alla prima occasione gli fa uno scherzetto. 21 agosto 2016, prima di campionato di Serie A. A Milan sbarca il nuovo Torino targato Mihajlovic. La partita è divertente e con tanti gol. Al 95′ i granata conquistano un calcio di rigore, sulla palla va Belotti (che fino a quel momento non ne aveva sbagliato uno con il Toro) e Donnarumma para. Miha scherza: “Se lo avessi saputo, non l’avrei fatto esordire – aveva commentato ridendo -. Era bravo, non aveva bisogno di parare un rigore per dimostrarlo“. È soltanto il primo di tanti rigori parati da parte di un ragazzo che fa sembrare la porta piccola agli attaccanti. Il Milan chiude al sesto posto e torna in Europa e per Donnarumma, neo 18enne iniziano le prime difficoltà. Può firmare il primo contratto da professionista, le richieste sono alte e lui va all’Europeo U21 con tutte le voci che impazzano, soprattutto le critiche. Addirittura alcuni tifosi gli lanciano addosso dei soldi finti durante Danimarca-Italia. Ma Gigio si fa scivolare tutto addosso. Per il Milan inizia il calciomercato di Mirabelli e Fassone, quello del “passiamo alle cose formali“, ma i rossoneri aspettano soprattutto una formalità: il rinnovo di Gigio. E questo arriva. Contratto quadriennale da 6 milioni a stagione. Cifre esorbitanti per un 18enne.

L’affermazione e la Nazionale maggiore

Non è un problema per Gigio. Giovanissimo, vero, ma anche professionista vero. Le critiche continuano ad arrivare, lui spesso è nell’occhio del ciclone, ma pensa solo al campo. Partita dopo partita, parata dopo parata, Donnarumma si conferma un portiere fenomenale. Così nel 2018, ad appena 19 anni, diventa titolare della Nazionale maggiore. Aveva già esordito e infranto due record: il 1° settembre 2016 subentra a Buffon in un’amichevole contro la Francia e diventa il più giovane esordiente e poi il 28 marzio 2017 contro l’Olanda parte da titolare, mai un giocatore così giovane era sceso in campo dal 1′ minuto.

L’Europa, il Milan e il rinnovo

 

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Quando un giocatore è giovanissimo si tende sempre ad andare coi piedi di piombo nelle valutazioni e nel creare aspettative. Con lui è impossibile. Dai 16 anni in poi è sempre lui a difendere i pali del Milan, con la Nazionale è ormai il titolare. In rossonero, però, le stagioni sono altalenanti. Il Milan non riesce a tornare ai suoi livelli e fatica a ritrovare la Champions League. La stessa esperienza europea di Gigio si limita alla Nazionale e a poche partite (considerando il suo talento) in Europa League. Fino all’arrivo di Pioli. I rossoneri dall’arrivo di Ibrahimovic nel mercato invernale del 2020 cominciano a macinare vittorie e punti, poi il Covid fa sospendere il campionato e alla ripresa i rossoneri sono inarrestabili. Il 24 luglio Pioli a Gigio regala un sogno: contro l’Atalanta (partita finita 1-1) Donnarumma per la prima volta indossa la fascia da capitano del Milan per cui tifa da bambino. La strada segnata dal nuovo allenatore è quella giusta e i rossoneri nel 2020/2021 riconquistano la Champions League grazie anche alla partita vinta a Torino contro la Juventus. Per Gigio, però, tornano vecchi fantasmi. Prima della sfida contro i bianconeri i tifosi milanisti hanno un duro confronto con il portiere e gli chiedono anche di non giocare. Il pomo della discordia è ancora una volta un rinnovo che tarda ad arrivare e che a oggi non c’è. Intanto il Milan si è cautelato. Dal Lille è arrivato Mike Maignan per 15 milioni. L’ultimo nodo da sciogliere riguarda Donnarumma. C’è da capire se giocherà la Champions in rossonero o se dal 1° luglio potrà trovarsi una squadra da svincolato mettendo la parola fine alla sua storia al Milan.