Djavan Anderson, dal fallimento Bari al gol nel derby Primavera
L'esordio nel derby sarebbe difficile per chiunque. Metteteci in più l'emozione, i sette punti in classifica dopo otto giornate, la vittoria che non arriva da cinque partite in campionato e una partenza da sfavoriti. Con l'assenza di capitan Armini, squalificato per tre giornate, l’allenatore Menichini tenta il tutto per tutto e vira su un cambio di modulo. Per Djavan Anderson, centrocampista olandese, classe '95, di origini giamaicane, il primo match con la maglia della Lazio non si prospettava semplice, eppure si è fatto trovare pronto, a difendere e all'occorenza, anche a calciare la palla in porta. Scelto come titolare al posto di Minala, tra i giovani della Lazio, tornati quest'anno in Primavera 1, può rivelarsi un ottimo elemento su cui investire.
Un match dominato interamente, o quasi, dai padroni di casa, che conquistano la vittoria e tre punti fondamentali per riacquistare fiducia e consapevolezza dei propri mezzi. Dopo il vantaggio di Shehu, Djavan Anderson, colosso a centrocampo davanti la difesa, conquista il rigore e si fa avanti per batterlo. Nessuna esitazione, nessun pensiero. Quella palla va buttata dentro. È gol. La corsa verso la panchina, l'abbraccio ai compagni e il sorriso rivolto all'allenatore. Ha creduto in lui tanto da regalargli l'esordio in un match così significativo ed è stato ripagato nel migliore dei modi.
Ventiquattro anni ma le casacche vestite sono già tante. Amsterdam è la sua culla, l’Eredivisie il suo palcoscenico. Un talento fiutato presto dall’Ajax, dove rimane per ben quattro anni per poi approdare all’AZ Alkmaar. È al Cambuur però, club della città di Leeuwarden, che Djavan esplode, collezionando 28 presenze e 1 gol tra campionato e coppe. È da quella stagione che il centrocampista inizia a sognare in grande, perché le prestazioni sul campo puntano su di lui i riflettori dell’Italia. Immediato il trasferimento al Bari, che gli offre un contratto triennale e gli regala l’esordio in Serie B nella partita contro l’Ascoli vinta per 3-0. Nella stagione 2017/2018, l’olandese, eletto tra i quattro centrocampisti migliori del campionato, si rivela uno dei migliori acquisti del club pugliese. Il Bari però si gode poco la sua stella, perché la società è costretta in quell’anno a dichiarare il fallimento.
Tutti pazzi per Djavan, si perché il calciatore, rimasto svincolato, ha solo l’imbarazzo della scelta: su di lui c’è la Serie A con Parma, Udinese e Sampdoria che lo corteggiano e come in un’asta, fanno a gara per la migliore offerta. È la Lazio invece, che lo osserva da tempo, a mettere le mani sul gioiello olandese. Per la massima serie però è ancora presto e un talento così, giovane seppur di alto livello, va saputo coltivare. Girato in prestito alla Salernitana dello stesso patron Lotito, trova sulla panchina Menichini, ora allenatore delle giovanili biancocelesti. Quell’anno è per lui pieno di ombre e poche luci. Con 19 presenze, 1 gol e prestazioni al di sotto delle aspettative, Djavan delude sé stesso.
Una seconda chance, un opportunità per tornare a farsi valere. È questo che sognava, è questo che Menichini ha voluto regalargli puntando su di lui in un match così particolare. "Non sarà mai una partita come le altre", ripetevano da giorni i giocatori ai tifosi tramite tantissimi post sui social, perché si sa che il derby, soprattutto quello tra Lazio e Roma, ha un sapore diverso. Tornare a volare, questo voleva la Lazio, questo voleva Djavan Anderson. E forse, da oggi, sa che farlo con le ali dell’aquila è più semplice e più bello.
A cura di Lavinia Saccardo