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La cura Luis Enrique, il Liverpool e niente ombra di Mbappé: la ‘redenzione’ di Dembélé

Ousmane Dembélé
Ousmane Dembélé, attaccante del PSG (Imago)

La redenzione nella notte contro il Liverpool grazie a Luis Enrique: Ousmane Dembélé è il volto del PSG operaio che sogna la UEFA Champions League

Primo maggio 2019. Al Camp Nou il Barcellona domina 3-0 nella semifinale d’andata di UEFA Champions League. Minuto 96. Contropiede condotto da Messi e sprecato da Ousmane Dembélé, che strozza il tiro che termina tra le mani di Alisson, impedendo ai blaugrana di trovare il quarto gol.

La rimonta del Liverpool ad Anfield è storia. 4-0, risultato dell’andata ribaltato e finale conquistata. Messi e compagni a casa, con tanti rammarichi. In quell’azione sprecata c’è tutto il giovane Ousmane. Corsa verso la consacrazione, scelta sbagliata e superficialità nel momento decisivo.

Poco meno di sei anni dopo, però, il francese ha avuto la sua redenzione. Proprio contro il Liverpool e grazie a uno che il Barcellona lo conosce molto bene, Luis Enrique.

Il PSG vola ai quarti di finale di UEFA Champions League  grazie ai guantoni di Gianluigi Donnarumma ma anche al ‘prodige’. Non più enfant e inconcludente, ma maturo e decisivo.

La redenzione di Ousmane Dembélé

Arrivato al Barcellona per sostituire Neymar Junior, Ousmane Dembélé è ricordato in Catalogna come un talento sì, ma quasi sprecato. A ogni tocco di palla i tifosi blaugrana si fermavano. E potevano aspettarsi di tutto. Una giocata da campione, ma anche una scelta sbagliata. Era come assistere a un lancio di una monetina, non si sapeva mai quale faccia sarebbe uscita.

Amore ossessivo per i videogiochi, multe e svogliatezza. Messi e Suarez provano ad aiutarlo, ma il giovane Ousmane sembra disconnesso dalla vita reale. E allora riparte. Dalla ‘sua’ Francia. Ma deve ringraziare un figlio della Catalogna come Luis Enrique per (ri)vedere finalmente la luce. A 27 anni Dembélé ha finalmente trovato la sua maturità calcistica. Nel Paris Saint-Germain operaio dell’allenatore ex Roma, brilla finalmente la stella di Dembélé. E la redenzione definitiva arriva proprio contro il Liverpool. Prima il gol che manda della parità, poi il rigore segnato nella lotteria finale. Entrambe le volte Alisson non può nulla. Proprio lui che sei anni prima era stato ‘graziato’ al Camp Nou da quella conclusione strozzata.

Numeri da leader senza Mbappé

Primo posto in Ligue 1, semifinale in Coupe de France e quarti di finale in UEFA Champions League: fin qui, la stagione del PSG è da favola. E la stella è proprio Ousmane Dembélé. In 36 partite, il ventisettenne è già a 26 gol e 9 assist. Più vicino alla porta, più incisività e freddezza: l’ex Barcellona è finalmente maturato. La molla è scattata a inizio 2025. Col nuovo anno, il francese non si è più fermato. Un gol ogni 52 minuti. Meglio di tutti nei top cinque campionati europei. Meglio anche di Kylian Mbappé – ora al Real Madrid – ma suo ex compagno a Parigi.

Se la scorsa stagione con Kylian Mbappé (a 32), Ousmane non segnava mai (un solo gol a metà marzo), un anno dopo tutto è cambiato. Dembélé è ora il volto sorridente e pragmatico del PSG operaio di Luis Enrique, che ‘senza stelle’ segna di più. E adesso sogna la UEFA Champions League. Forse come mai successo prima.