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Chievo, Pellissier: “Ripartiamo dalla Terza Categoria. La squadra non poteva scomparire”

L’ex capitano è pronto a ripartire dal livello più basso possibile nel calcio: “Lo faremo con umiltà, voglia e una società sana. Non potevo accettare quella fine”

Sergio Pellissier è stato il Chievo e lo sarà ancora. Dopo le parole dei giorni scorsi, lo storico capitano gialloblù racconta a gianlucadimarzio.com quale futuro si prospetta per la società che ha creato da zero poche settimane fa.

Il nuovo FC Chievo 1929 partirà dalla Terza Categoria, dato che l’iscrizione in Serie D non è stata possibile, nonostante i tentativi di Pellissier. 

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Il nuovo Chievo parte dalla Terza Categoria

Il perchè ce lo spiega proprio lui: “Mancanza di fondi e di tempo per trovarli. Ora provo a ricreare una società da zero. Ci iscriveremo in Terza Categoria, provando a fare qualcosa di importante per poi vedere cosa succederà il prossimo anno ”.

Come si potrebbero scalare le gerarchie del calcio italiano fra meno di 12 mesi? “Si può fare una fusione e prendere i titoli da un’altra squadra per fare un salto in avanti. Oppure sembra possa esserci anche la possibilità della Serie D tramite il sindaco. Voglio farmi trovare pronto con una società nuova per provare a ripartire” si augura l’ex numero 31.  

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I tempi tecnici per iscriversi alla Serie D erano troppo stretti, nonostante la volontà di trovare dei partner a cui affiancarsi per raggiungere lo scopo: “La mia idea è nata appena ho visto che il Chievo non si sarebbe potuto iscrivere alla Serie B. Le cose sono andate male e ho provato a fare una società di corsa, ma non è stato possibile sistemare la situazione“.

“Ci ho creduto. Poi ho pensato di dire basta, ma il Chievo non poteva scomparire”

Continua Pellissier: “Ci ho lavorato per una settimana e mezzo. Ho cercato di portare con me qualche ex giocatore, ma in tanti giustamente volevano avere le spalle coperte prima di entrare nel progetto. A me non fregava niente, ci ho provato fino alla fine perchè quello era il mio obiettivo.

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Venerdì scorso mi hanno dato buca gli ultimi possibili sponsor e sabato mattina avrei dovuto iscrivermi alla manifestazione d’interesse del comune. A quel punto ho capito che non ce l’avrei fatta e mi sono rassegnato”.

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Nonostante questo però, le parole a “L’Arena” e il coraggio di spiegare il suo tentativo, seppur fallito: “Non ero assolutamente obbligato a metterci la faccia e a provarci. Ci tenevo, ci credevo e mi sarebbe piaciuto riuscirci. Una volta mancata l’impresa della D, ho avuto anche il pensiero di dire “basta” e smettere.

Poi invece, dato che avevo già la società avviata, mi sembrava giusto andare avanti e scoprire come andava a finire. L’obiettivo adesso è creare un settore giovanile e una struttura solida. Una società forte, che con l’aiuto di qualcuno possa fare di più l’anno prossimo”.  

Pellissier dovrà far coesistere l’incarico all’interno del nuovo Chievo con quello di direttore generale del Rovigo (squadra di Prima Categoria veneta), accettato meno di due mesi fa. L’ex attaccante però non vede problemi in questo senso: “Non mi piace abbandonare le persone che credono in me. Con il Rovigo non ero presente tutti i giorni, ma non credo sarà un problema. Mi auguro di fare bene anche lì, perchè ho trovato persone che vogliono ridare credibilità alla società e ad una città che lo merita“. 

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Tornando al Chievo invece, non in tanti hanno appoggiato l’idea dell’ex capitano, ma fondamentale è stato l’aiuto di un dirigente storico della società clivense: “Mi sono ritrovato con l’ex direttore generale Enzo Zanin, che per 35 anni è stato all’interno della società. Mi ha aiutato a creare la nuova squadra e ora stiamo cercando di andare avanti insieme.

Io sarò il presidente, anche se il nome ufficiale cambierà. Ma al suo interno la parola Chievo doveva esserci assolutamente”.

No a Campedelli: “Voglio un altro Chievo, con i valori della mia vecchia squadra”

Nonostante le parole del presidente Campedelli, che aveva in parte aperto alla possibilità di lavorare insieme e magari ricostruire il “vecchio” Chievo, le idee di Pellissier sono ben chiare e nettamente diverse: “Io non voglio comprare il Chievo con i debiti. Non è il mio obiettivo e non avrei neanche i soldi per farlo.

Io voglio ripartire e rivedere il Chievo, anche con un altro nome, all’interno della Figc. Vederlo scomparire totalmente mi avrebbe fatto molto male”.  

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Quindi si riparte, con una denominazione e una storia nuova, ma con l’idea di ritrovare i valori del vero Chievo, probabilmente persi negli ultimi anni: “Credo si sia capito quanto ci tengo. Non sarà sicuramente il Chievo di Pellissier, ma di tutte le persone che vogliono bene alla squadra.

Sarebbe bello che i tifosi partecipassero e fossero presenti. Non importa la categoria, ma se fai gruppo e sei unito. Così ti togli tante soddisfazioni e si possono ottenere risultati importanti in poco tempo. Noi vogliamo ripartire da capo con una società sana, umile e volenterosa. Tutti i valori del Chievo di una volta insomma, quello che ho sposato. Mi piacerebbe che tornasse”.

Un passo alla volta, non si può che augurarglielo. Per chi ha vissuto l’incredibile epoca di quel Chievo, nonostante la delusione dell’epilogo, sapere che una leggenda come Pellissier abbia quello stemma ancora stampato sul cuore non è una consolazione da poco.