"La FIGC ha deciso che non potevamo iscriverci in Serie B né nei dilettanti. La ragione? Alcuni arretrati nei versamenti Iva". Esordisce così Luca Campedelli, che sulle pagina de La Repubblica spiega la situazione inerente al suo Chievo Verona. "Avevamo chiesto per tempo di pagare a rate e ci era stato riconosciuto questo diritto: la prima rata l'abbiamo pagata il 28 giugno, 800 mila euro dei 18 milioni che devo alllo Stato, ma non è bastato".
Campedelli, però, ha deciso di non mollare e proverà fino alla fine a far tornare in vita la sua creatura: "Giovedì ci presenteremo al Consiglio di Stato per chiedere l'iscrizione in Serie B in soprannumero. Abbiamo fatto tutto secondo le regole, il calcio vive sui debiti e io li pagherò. Però alla fine li paghiamo solo noi. In Europa siamo tra i club messi meglio: il Barcellona ha un miliardo di debiti, l'Inter ha vinto il campionato pagando in ritardo gli stipendi. Io i giocatori li ho pagati fino a maggio, poi a giugno è scoppiata la bufera".
"Giocatori svincolati? La gratitudine non è di questo mondo"
Attualmente il Chievo Verona non ha alcun giocatore tesserato. "La Figc ha permesso ai calciatori di liberarsi gratis e lo hanno fatto tutti, Primavera compresa. La gratitudine non è di questo mondo, nel calcio devi dare denza pretendere niente".
Campdelli parla anche del suo rapporto con l'ex capitano e bandiera clivense Sergio Pellissier: "Non ci sentiamo più. Nella vita è complicato trovare le persone ma è molto facile perderle. Leggo che ha intenzione di rilevare il club con una cordata: sono pronto a parlarne, per i tifosi e per i 50 dipendenti che sono davvero l'anima del club. Sto pensando come pagare loro gli stipendi, se tradisci chi lavora per te è davvero finita".
L'intervista completa sulle pagine de La Repubblica