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Senegal, la costante è Cissé: chi è l’allenatore delle finali

Seconda finale di Coppa d’Africa dopo il 2002 per la nazionale di Dakar: alla guida c’è sempre Aliou Cissé. Capitano prima, allenatore poi. Simbolo della parabola Senegal, con un ultimo atto da riscrivere

C'è un conto aperto, con quei rigori. Tra Senegal, Coppa d'Africa e Aliou Cissé. Ieri difensore e capitano, oggi allenatore della cavalcata dei Leoni del Taranga. Lotteria vinta contro il Benin ai quarti, semifinale dell'assurdo oggi al Cairo contro la Tunisia dagli undici metri…prima del 90': Gomis protagonista, poi Saivet rispolvera i vecchi incubi dalla parte opposta. La spintarella verso la finale la dà l'autogol di Bronn. Tra cinque giorni, contro l'Algeria, ci sarà il Senegal di Koulibaly, di Mané e di un allenatore che parte da lontano.

Fin dal 2002, generazione d'oro di un paese che fino ad allora alla parola sport associava solo quella rally. Poi vennero Diouf, Bouba Diop e Cissé. La fascia al braccio e le lacrime sul viso, in quella finale di Coppa d'Africa (l'unica della storia senegalese, fino ad oggi) persa ai rigori contro il Camerun. Aliou sbagliò quello decisivo, amarezza che scivolerà via in Corea e Giappone. Sarà il Mondiale dei ragazzi di Bruno Metsu: l'epica vittoria contro la Francia campione del mondo in carica (ve li ricordate, i balletti sulla bandierina dopo il gol di Bouba Diop?), il golden goal contro la Svezia, quei quarti di finale che sanno ancora di storia.

Cissé li ha sognati anche l'hanno scorso. Da più giovane allenatore del Mondiale 2018, dreadlocks e simpatia, il Senegal una palestra di calcio costruita sulle lezioni del compianto maestro Metsu. "Ci guarda anche da lassù. E un giorno, non so quando, il nostro continente sarà sul tetto del mondo", dichiarava Cissé dopo la seconda partita del girone che lanciava i suoi ragazzi con 4 punti. Poi arriverà il ko contro la Colombia e il beffardo verdetto: Senegal e Giappone finiscono pari in tutto, ma il criterio del fair play premia gli asiatici. Voglia di voltare subito pagina.

Oggi. Ripensando all'occasione mancata in Russia e a quel lontano errore dal dischetto. A quel 2002 di impareggiabile intensità: dopo il Mondiale, il Senegal e Cissé in prima persona dovettero superare la tragedia del traghetto Joola. Insieme, anche nel dolore e fuori dal calcio. Ora giocano gli altri, la fascia ce l'ha Kouyate, Aliou dirige dalla panchina. Per il Senegal c'è un conto aperto, e lui c'è sempre stato.