Vivere il momento, Fabio Rispoli: “Da Fabregas ho imparato tanto, Catanzaro scelta giusta”

Fabio Rispoli, centrocampista del Catanzaro, si è raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com: dalla fiducia di Fabregas agli obiettivi con i calabresi.
Quasi vent’anni, voce sicura, semplicità. Fabio Rispoli è uno dei volti nuovi del Catanzaro targato Alberto Aquilani: giovane, talentuoso, ma con alle spalle già tanta esperienza. Arrivato in Calabria in prestito dal Como, dopo la stagione importante vissuta in Serie C con la Virtus Verona, ha giocato le prime due gare da titolare: “Sono contento di quello che sto facendo -rivela ai microfoni di gianlucadimarzio.com-, Aquilani, fin da subito, mi ha dato grande fiducia. Ho giocato le prime due partite, rimanendo in campo per 90 minuti”.
Personalità e voglia di stare al centro del gioco, due caratteristiche che è facile riscontrare vedendolo correre in mezzo al campo: “Mi piacere dare tutto, se sei timido fai poca strada in questo mondo. É una delle cose che mi ha trasmesso Fabregas durante questi primi anni di carriera”. Non una frase casuale, perché quello che intercorre tra l’attuale allenatore del Como e il centrocampista classe 2006 è un legame profondo e sincero, fatto di insegnamenti e prime volte: “A 19 anni era capitano dell’Arsenal. Se non hai carattere e coraggio, a quell’età è quasi impossibile pensare a una cosa del genere”.
Una stima reciproca, che l’ex Barcellona ha rimarcato, ancora una volta, alla vigilia della gara con la Lazio: “È a Catanzaro per crescere, mi aspetto che il prossimo anno possa tornare tra noi e far parte della prima squadra”. Parole chiare, puntuali, che Fabio ha accolto con grande orgoglio: “Non è la prima volta che parla bene di me prima di una partita, fa piacere ricevere i suoi complimenti. Già altre volte, quando gli hanno chiesto dei giovani italiani, ha fatto il mio nome. Mi ha insegnato tanto. Ricordo che il primo giorno di ritiro, quando lui era alla guida della Primavera, venne a parlarmi per spiegarmi nel dettaglio i progetti che lui e la società avevano in mente per me. Mi colpì molto, eravamo solo all’inizio”.
Dettagli. Accompagnati, qualche mese più tardi, da un’altra conversazione significativa: “Erano i giorni dell’esonero di Longo, si parlava di lui come suo possibile sostituto. A un certo punto venne da me per comunicarmi che sarei andato in prima squadra, poi aggiunse che la società avrebbe anche rinnovato il mio contratto. Chiamai di corsa mio papà e, per l’emozione, mi misi quasi a piangere”.
Famiglia
Una certezza, una linea guida da seguire all’interno di un percorso che ha già conosciuto diversi momenti positivi. Famiglia, per Fabio, significa anche questo: “Mio papà e mia mamma sono i miei punti di riferimento, così come le mie sorelle. Mi seguono sempre quando possono, ma in ogni caso cercano di fare il possibile per essere presenti”. E infatti, in occasione di Catanzaro–Südtirol, accade una cosa inaspettata: “Durante il riscaldamento, alzo per caso lo sguardo e me li ritrovo tutti in tribuna (ride, ndr). Non ne sapevo nulla, è stata una bella sorpresa”. Un legame, quello tra la sua famiglia e questo sport, che forse esiste da sempre. E riporta proprio a Como, o meglio, al Como.
È il 2003, a ‘San Siro’ si sta giocando la gara tra il Milan e i lariani quando, a un certo punto, un giovane attaccante fa il suo esordio in Serie A con la squadra ospite. Si chiama Giuseppe Greco, e circa tre anni dopo diventerà lo zio di Fabio Rispoli: “Il 32 era il suo numero. Per questo motivo, quando è possibile, cerco di prenderlo. Voglio portare avanti questa tradizione familiare. Abbiamo iniziato a parlare di calcio solo dallo scorso anno. Ci sentiamo spesso, mi dà qualche consiglio, ma in generale mi lascia tanto spazio sull’argomento”. Da una famiglia di sangue a una tutta calcistica, quella che il classe 2006 ha trovato alla Virtus Verona: “Gigi Fresco per me è stato come un nonno, è nato un legame intenso. Mi porto dietro un bagaglio d’esperienza importante, sono cresciuto tanto insieme a loro”.

Semplicità
“Non ho mai pensato che avrei fatto sicuramente questo nella vita, anzi, forse non me ne sono ancora reso conto. Anche adesso, che è diventato un vero e proprio lavoro, cerco di portare avanti questo percorso con leggerezza e tranquillità. È un pensiero che mi aiuta a essere più sereno, non mi piace nemmeno sentirmi dire che faccio il calciatore (ride, ndr)”. Semplice, umile, ambizioso. E poi talento, ma anche tanta consapevolezza. L’Inghilterra intanto, luogo in cui il centrocampista è in ritiro con la Nazionale U20 di Nunziata, custodisce anche una parte dei suoi sogni: “Spero di arrivare presto in Serie A, provando a rimanere a Como, ma soprattutto di giocare un Mondiale con la maglia azzurra. Per me è sempre una grande emozione indossare questi colori”.
Proprio in ‘azzurro’ ha conosciuto il suo attuale compagno di squadra, Mattia Liberali: “Prima del suo arrivo a Catanzaro ci siamo sentiti al telefono, abbiamo parlato un po’ della città e della squadra. Io gli ho dato subito un parere positivo, qui si sta davvero bene, sia dentro che fuori dal campo”. Un presente tutto da vivere con il club calabrese: “Mi sono trovato bene fin dal primo momento, il gruppo è fantastico, non mi aspettavo di trovare così tanti giovani. È il posto giusto per me, Aquilani ha un’idea tattica precisa, vicina a quella di Fabregas. È uno degli aspetti che ho preso in considerazione”. Idoli, però, pochi: “Diciamo che non ne ho uno in particolare, ma osservo con piacere calciatori come Vitinha o Joao Neves”. Vivere il momento, appunto, senza pressioni o preconcetti.