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Quanto mi cambi, calciomercato: chi sta incidendo di più?

Il dibattito è sempre lo stesso: ma il mercato di gennaio serve davvero? Gli allenatori ne parlano poco, i direttori sportivi spesso mettono le mani avanti per i costi proibitivi dei giocatori. Eppure la Serie A quest’anno ci ha regalato tante operazioni. Nomi importanti, giovani interessanti, acquisti dall’estero. Ma l’impatto? Non per tutti è stato uguale. Anzi.


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I gol

Il dato è interessante. I gol segnati in totale, a maglie cambiate, sono 14. Ma ben 6 (3 e 3) portano solo due nomi: Barrow e Ibrahimovic. Tutti in campionato il primo, anche in Coppa Italia il secondo. Se Mihajlovic e Pioli si aspettavano più peso in attacco, si può dire che ci siano stati accontentati eccome. Gli altri 8 gol? Due di Borini nel Verona, due da Lecce (Barak e Deiola contro il Torino), uno da Napoli (Demme alla Sampdoria), uno da Firenze (Cutrone contro l’Atalanta) e uno nel Genoa (Soumaoro al Bologna): in quasi tutti i casi (si deve escludere l’1-1 di Bologna-Verona) è arrivata una vittoria.


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Stakanovisti

Su 62 giocatori che si sono trasferiti, solo cinque hanno superato i 600 minuti (sempre tra campionato e Coppa). Come portiere, il più utilizzato è Perin, che ne ha giocati 630 nel Genoa. Tra i giocatori di movimento, stesso minutaggio anche per Donati (Lecce) e il solito Ibra, che per Pioli è inamovibile. Ci sono poi, poco più dietro, Kurtic (613’ a Parma) e Kjaer, con 606’. Se si contano le presenze, i più impiegati sono Demme e, di nuovo, Ibrahimovic: otto partite. I quattro giocatori citati prima, a cui si aggiunge Cutrone (Fiorentina), ne hanno collezionate sette.


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Più cambio, più giochi

Andiamo a dare uno sguardo più generale. Le squadre che hanno cambiato di più sono quattro: Genoa su tutte (otto acquisti), a seguire Lecce, Spal e Milan, con cinque nuovi innesti. Non può essere casuale il fatto che proprio queste quattro abbiano utilizzato il maggior numero di giocatori. In testa c’è il Lecce con 1585 minuti (21 presenze in totale tra i nuovi acquisti), poi il Genoa (1515’ e 20 partite), quindi il Milan (1275’, 18) e per concludere la Spal (1025’ e 14).


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Dato non casuale, si diceva: tutte avevano bisogno di cambiare parecchio per provare a inseguire i loro obiettivi. Per adesso, gli allenatori (bisognerà capire meglio a Ferrara con l’arrivo di Di Biagio) sono sembrati piuttosto soddisfatti dei cambiamenti proposti dalle loro società.


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La via di mezzo

Ci sono poi quelle squadre che hanno deciso di cambiare qualcosa, ma solo in qualche punto chiave. Il primo dato che colpisce è quello dell’Inter: 784’ complessivi per i nuovi, tra cui spicca l’impiego di Young (450’), che ha anche segnato una rete. Per Eriksen e Moses c’è ancora tempo: permetteranno a Conte di avere forze fresche, e di qualità, una volta entrati bene nei meccanismi della squadra.


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Scelte simili le ha fatte anche Gattuso, che ha schierato chi arrivato a gennaio per complessivi 745’. Di questi minuti, però, ben 488’ sono di Demme, che ha avuto un impatto devastante a Napoli. Qualcosa ha cambiato anche D’Aversa nel Parma, ma nonostante i minuti dei nuovi siano stati 713’, ben 613’ sono del già citato Kurtic. Gli altri 100’? Di Caprari: ancora nessuna possibilità per Radu e Regini.


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È curioso vedere come il centrocampista degli emiliani abbia collezionato solo 4’ in meno rispetto ai complessivi 617’ di tutti gli innesti della Fiorentina. Iachini ha dato molta fiducia a Cutrone (365’ e una rete) e anche a Igor (180’ in 2 presenze, complice l’assenza di Caceres). Spazio anche a Duncan, arrivato come Igor a fine mercato (71’), mentre un solo minuto per Agudelo. Aspettando Kouamé.


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Meglio non cambiare?

Se escludiamo Juventus, Lazio e Torino, che non hanno realizzato nessun acquisto (per gennaio), restano poi da valutare tutte le squadre con meno di 400’ complessivi per i nuovi. Oltre al Bologna (preso solo Barrow), c’è chi ha solo puntellato, come il Verona (389’ complessivi: 358’ di Borini) o la Sampdoria (Tonelli ha giocato 342’ dei 343’ complessivi: l’altro minuto è di Lagumina, in attesa Yoshida). Mentre c’è chi invece ha comprato pensando al futuro. È il caso della Roma (escluso Bruno Peres, 190’ su 297’), dell’Atalanta (144’ complessivi, di cui 143’ di Caldara, l’altro minuto è di Tameze) e del Cagliari (109’ in totale tra Gaston Pereiro e Paloschi). Va poi valutato il Brescia, che ha subito dato una maglia da titolare a Bjarnason (145’ in campo) ma che in generale si è mosso molto poco, andando ad acquistare oltre all’islandese il solo Skrabb. Chi manca? Udinese e Sassuolo: 29’ per il bianconero Zeegelaar, unico acquisto; 16’ per i neroverdi Haraslin (13’) e Magnani (3’ su complessive 2 presenze). È il segno di un mercato che richiede sempre del tempo per essere incisivo. Ma chi ne ha poco, cambia anche di più: sperando di non sbagliare praticamente nulla.