Vieri, Albertini e adesso Raspadori: quando l’Atletico Madrid si tinge di tricolore

Giacomo Raspadori sarà il decimo italiano a vestire la maglia dell’Atletico Madrid
“Hola, ¿eres italiano?”. A Madrid, sponda Atletico, i nostri colori non passano mai di moda. Dopo l’acquisto di Matteo Ruggeri dall’Atalanta, l’ultimo italiano a tingersi con i colori dei Colchoneros è stato Giacomo Raspadori, acquistato dal Napoli per una cifra pari a 26 milioni di euro (bonus compresi). Sarà il decimo azzurro a indossare la maglia dell’Atletico Madrid, ma in passato non sono di certo mancati i colpi di mercato da parte del club spagnolo.
Il trasferimento più noto è quello di Christian Vieri, che ha vestito la maglia dell’Atletico nella stagione 1997-98. Arrivato dalla Juventus, l’attaccante ha avuto un impatto devastante nella Liga segnando 24 gol in 24 presenze e vincendo anche il Trofeo Pichichi. Un altro italiano rimasto nel cuore dei tifosi è anche sicuramente Demetrio Albertini, che arrivò nella stagione 2002/03 in prestito dal Milan alla ricerca di nuovi stimoli e continuità. L’Atletico, appena tornato nella massima serie spagnola dopo due anni, lo ingaggiò per portare qualità ed esperienza in mezzo al campo e questo investimento si rivelò più che azzeccato. Albertini, nonostante non fosse più al top della forma fisica, dimostrò intelligenza tattica e leadership, risultando uno dei punti fermi della squadra.
Spazio anche per Christian Abbiati. L’Atletico aveva bisogno di rinforzare il pacchetto portieri e decise di prelevarlo in prestito dal Milan. Pur essendo la riserva di Leo Franco, si fece trovare pronto quando chiamato in causa offrendo prestazioni importanti. Chi invece non è stato baciato dalla fortuna è sicuramente Thiago Motta. Dopo la fine del suo ciclo con il Barcellona, il club madrileno lo ingaggiò per rinforzare il centrocampo con un profilo tecnico e fisico, nella speranza che potesse ritrovare continuità dopo alcuni problemi fisici. Purtroppo, però, l’esperienza fu condizionata da un grave infortunio al ginocchio che lo tenne lontano dai campi per mesi.
Non ha avuto problemi fisici importanti, ma neanche il percorso di Alessio Cerci è stato certamente memorabile. Arrivato negli ultimi giorni di mercato dopo una grande stagione con il Torino, l’Atletico lo acquistò per circa 16 milioni di euro, etichettandolo come un rinforzo ideale per sostituire le partenze di Diego Costa e David Villa. Nonostante le aspettative, Cerci non riuscì mai a entrare nei meccanismi tattici di Simeone e scese in campo appena 11 volte tra campionato e coppe.
Da Sacchi a Ranieri: gli italiani che hanno guidato l’Atletico
In casa Atletico c’è stato spazio anche per gli allenatori italiani. Arrigo Sacchi arrivò nell’estate del 1998, ma la sua esperienza durò soli sette mesi e fu esonerato nel febbraio 1999. Prima dell’ex Milan, però, spazio a Pietro Carmignani. Ma anche la sua avventura non è stata di certo memorabile.
Il terzo e finora ultimo italiano a guidare l’Atletico è stato Claudio Ranieri. Arrivato nella stagione 1999/2000, il suo incarico terminò dopo circa otto mesi in un contesto particolare caratterizzato da crisi societaria e risultati deludenti.

Raspadori-Atletico: un’arma in più per l’attacco del Cholo
Seconda punta capace anche di giocare al centro o agire come esterno nel 4-2-3-1. Rapidità e una tecnica spesso sottovalutata con abilità nell’aprire spazi per i compagni. Giacomo Raspadori si presenta così alla corte del Cholo Simeone. Ma cosa può dare all’Atletico Madrid? Tante soluzioni e imprevedibilità, può ricoprire vari ruoli quali la seconda punta, esterno o anche falso 9 offrendo a Simeone soluzioni diverse anche a partita in corso.
Il club ha già messo a segno diversi colpi di mercato come Baena e Almada, ma ha ritenuto opportuno rinforzare l’attacco con l’arrivo di Raspadori: Simeone apprezza giocatori dinamici e tatticamente adattabili. Questo investimento è la dimostrazione che l’Atletico è alle prese con un vero e proprio ricambio generazionale: Raspadori è un attaccante giovane, tecnico e versatile che si adatta alla filosofia di gioco del Cholo, è perfetto per ricoprire ruoli diversi in attacco e dare vivacità tattica alla squadra. All’ex Napoli, adesso, il compito di far proseguire la tradizione italiana sotto l’ala protettiva del Wanda Metropolitano.
A cura di Gerardo Guariglia