Busquets: “Guardiola mi ha cambiato la vita. Futuro? Fuori dall’Europa”
In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, Sergio Busquets ha parlato del futuro, di Guardiola, ma anche della finale di Champions League
A Barcellona sembra veramente finita un’era. Dopo Pique, anche Jordi Alba e Sergio Busquets lasceranno i catalani. Il centrocampista spagnolo, a proposito del suo addio e del suo futuro, ha parlato a La Gazzetta dello Sport.
Busquets: “Futuro? Non voglio affrontare il Barça”
Il centrocampista spagnolo ha fatto un piccolo pezzo di storia di questo club e nel primo anno da professionista vince il Triplete: “Ho avuto la capacità di adattarmi bene. Alla seconda partita, Guardiola mi schiera titolare. Pareggiammo alla fine ma andò bene: ho pensato di poter avere un posto in squadra con dei campioni che avevo ammirato per anni”.
Su Guardiola e sulla sua persona arrivano solo complimenti: “Mi ha cambiato la vita. Avevo già fatto un master nel Barça B con lui ed era già il migliore al mondo, ma non lo sapeva nessuno. Ora continua a esserlo. Lui è il migliore perché migliora tutto quello che tocca e ha vinto ovunque”. E sul futuro: “Non voglio pensare di dover affrontare il Barcellona quindi andrò fuori dall’Europa: non so ancora dove”.
Sulla finale di Champions però ha aggiunto: “Sembrerebbe scontata ma non lo è affatto. L’Inter ha un sistema ben rodato e identificato: lo dico per esperienza perché ci abbiamo faticato due volte quest’anno. Può succedere di tutto”. Poi un ritorno al passato: “Semifinale 2010? Loro ciò che dovevano fare lo hanno fatto al meglio: io preferisco gestire la palla e giocarla ma non significa che il loro modo di giocare sia stato migliore o peggiore del nostro”.
Su Mourinho ha aggiunto: “Lui è sempre lì, ancora in finale. Per me attaccare è più difficile che difendere ma comunque devi convincere tutti i giocatori a sacrificarsi. Persuadere Eto’o a fare il terzino non è banale, devi avere personalità”.
Infine, sulle differenze dei due Triplete con Guardiola e Luis Enrique: “Con il primo eravamo un gruppo ispiratissimo e il gioco era corale. Il secondo di incentrava più sul tridente Messi-Suarez-Neymar con gli altri che compensavano sia in attacco che in difesa”.