Dall’Ara, 30mila storie da raccontare, una sola da (ri)scrivere
Alvise Gualtieri 5 Maggio 2025Un bimbo cercava sostegno nella mamma. “Ma perché si agita quel signore?”. Anche lei, come il suo piccolino, non sapeva esattamente cosa rispondere. Lo sguardo parlava chiaro. Il calcio non era la sua materia. Lei era lì per amore. Non per dovere. Per la felicità di quel “cinno” con la maglia rossoblù numero 7. “Hai freddo?”. A Bologna era quasi una serata estiva, ma l’amore porta anche all’eccesso di attenzione. “Ci pensa John!”. Il ragazzo nella fila sopra, infatti, non perdeva un colpo. Lucumi era invalicabile.
Gli “occhi” del Dall’Ara
Piove. Niente acqua, solo fischi. A Bologna si vedono le stelle questa sera. E, infatti, le tre cucite sul petto dei giocatori della Juventus iniziano a brillare. Thuram portava avanti la sua squadra. Mani nei capelli per il bimbo. Una parola in dialetto piuttosto “colorata” per il navigato tifoso emiliano. “Bona lè, quando si va sotto poi si vince” – ha parcheggiato alla Certosa…
“Oh ma allora!”. No, non era la serata per mantenere i nervi saldi sotto la Maratona. “Finalmente!”. L’arbitro ha estratto il primo cartellino giallo del match per un giocatore juventino. Più invocato di un gol del Bologna. “Grande John!”. Niente di strano, Lucumi ha ancora una volta duellato con Nico Gonzalez.
C’era chi si mangiava le unghie. Chi sbraitava anche senza una vera e propria ragione. Chi rievocava le proprie esperienze: “Vabbè, ma con la Juve non c’è storia”. Qualcuno affogava la tensione mordicchiando e fumando un sigaro che sarebbe rimasto accesso a spargere il suo odore per 96 lunghi minuti. Boato. Tremore improvviso. La maglia numero 8 rossoblù si lanciava sul prato verso la tribuna. Il bimbo saltava. Non vendeva nulla perché i signori davanti a lui erano scattati in piedi. Ma aveva piena coscienza di cosa fosse accaduto. “Per il Bologna ha segnato, Remo?”. “Freuler!”. Giusto così. Dalla scaramanzia di quel famoso parcheggio: “Visto? Non gli hanno fischiato il rigore e ha segnato!”. Il Dall’Ara non si esimeva dai giudizi. Giocatore imprescindibile, il più schierato dall’allenatore Italiano, l’ex Atalanta ha ristabilito l’equilibrio fra le due pretendenti. “Grande Remo!”. Anche Lucumi può aspettare adesso.

Generazioni a confronto e una Coppa per unirle nella storia
“Ma l’ha toccata il giallo!”. Era piccolino. E, in effetti, McKennie, forse, era difficile da leggere e pronunciare. “Eh sì, l’hanno visto tutti giovanotto”. Perché il Dall’Ara di oggi è questo: un incrocio di generazioni nelle quali le più adulte (a volte anziane), rivivono negli occhi e nelle domande di quei piccoli tifosi la loro esperienza di “cinno”. Perché Bologna è così: “rimorso per quel che m’ hai dato, che è quasi ricordo, e in odor di passato…” – cantava Guccini. Quel passato che oggi, anche contro l’eterna rivale Juventus, ma proiettato al Milan e all’Europa ha voluto rivivere. In maniera educata. Signorile. Perché è proprio vero “Bologna sì, sei mancata un casino”. Soprattutto in quel posto 25, fila 14.
Le note di Lucio Dalla iniziavano ad avvolgere lo stadio. E il bimbo? Beh…Lucio a lui non avrà detto nulla, ma senza dubbio lunedì mattina, fra i banchi di scuola con gli amichetti, avrà avuto, “una grossa novità” da raccontare e di cui vantarsi. La mamma? Sarà andata a dormire stremata perché del calcio proprio avrebbe fatto a meno, ma felice. E chissà, forse, riuscirà a raccontare al suo piccolo tifoso che, in fondo, c’è ancora tempo “per la sera dei miracoli”. A Roma, dove, forse, qualcuno “sta scrivendo una canzone per lui”. E per quegli oltre 30mila cuori, ognuno diverso, ma uniti da “una vita dedicata al Bologna”. I sogni sono fatti per essere realizzati. E la storia per essere scritta. Ma un dettaglio è certo: anche nella Capitale non sarà facile trovare parcheggio.