La festa è tutta tua Harry. Kane vince il suo primo titolo in carriera

La maledizione è spezzata, Harry Kane è finalmente campione
Chissà se esiste qualcuno che meriti qualcosa più di chiunque altro al mondo. Chissà se esiste un numero di sforzi definito per garantirti ciò che stai cercando di ottenere, e che ti sfugge costantemente dalle mani. Domande che forse non hanno risposta, ma sicuramente Harry Kane è una di quelle persone che merita più di tutti la gioia di alzare il suo primo titolo al cielo.
Sempre pacato, discreto e gentile. Tipico charme inglese d’altri tempi. Sorridente in campo e nelle interviste. Ma da tempo ormai dietro quel sorriso però si leggeva qualcosa. Un peso. Il peso dell‘attesa spasmodica di un trofeo. Di dover vincere per dimostrare. Di non riuscire a realizzare i sogni di quel bambino di Londra. Come se non bastassero i numeri e i riconoscimenti di questo fenomeno a parlare per lui. Diventare agli occhi della gente non solo un calciatore incisivo, ma decisivo. Serviva un trofeo di squadra.
A 31 anni, con 603 partite e 387 gol alle spalle e 6 finali perse dopo, finalmente Harry Kane è campione di Germania con il Bayern Monaco. L’inglese vince il suo primo titolo di squadra e rompe una maledizione che sembrava ormai senza fine.
“Le cose buone richiedono tempo, ma le cose grandi richiedono perseveranza“: questo Kane lo sa meglio di tutti. Un ragazzo che per quel che ha fatto nella sua carriera ha sempre raccolto meno di quanto meritasse. E che oggi finalmente può sollevare quel trofeo tanto desiderato.
La maledizione dei trofei di Harry Kane
La carriera di Kane è una di quelle dai mille però. Una vita al Tottenham. La squadra che tifava fin da bambino e che ha portato a competere con le grandi di Inghilterra e di Europa. Una squadra che nel suo DNA però non ha la vittoria. Lo disse Mourinho prima con il suo sfogo dopo l’esonero: “La cosa più ridicola è stata un club che ha una stanza vuota di trofei che mi licenzia due giorni prima di una finale. Il Tottenham non ha mai vinto per 50 anni. Non ricordo quando lo ha fatto“. Ribadì il concetto Conte qualche anno dopo: “Sono 20 anni che qui non si vince niente, un motivo ci sarà?“.
Kane ha provato a riscrivere la storia del club diventandone prima trascinatore, poi capitano e infine leggenda. Miglior marcatore della storia del club e secondo all time in Premier League. Mentre continuava la sua ascesa come uno dei migliori centravanti del mondo, però, il club non riusciva a ingranare. Arrivando sempre a un passo dal traguardo. Prima un secondo posto, poi il Leicester dei miracoli e infine il Liverpool di Klopp. Tre finali perse con il Tottenham (La League Cup, Champions League, Carabao Cup) e una maledizione che sembra radicata nel nord di Londra.
Sfortunatamente per Kane non è così. L’Inglese anche in nazionale non riesce a togliersi questa soddisfazione, anzi. Perde due finali degli Europei da capitano, contro Italia e Spagna. Una di queste in casa, proprio nella sua Londra contro l’Italia. Poi l’addio al Tottenham, non senza difficoltà. Lascia il club della sua vita per andare a vincere. La decisione è quella di andare all’estero nonostante l’interesse di molte inglesi, e ricade sul Bayern. Una scelta sicura per vincere, no? Esordio in Supercoppa di Germania contro il Lipsia e possibilità subito di iniziare ad aggiornare la bacheca: 3–0 Lipsia.
La prima stagione al Bayern Monaco ha dell’incredibile. Iniziata con la sconfitta in Supercoppa, continuata con la favola del Bayer Leverkusen di Xabi Alonso in Bundesliga e conclusa con l’eliminazione nei minuti di recupero nella semifinale contro il Real Madrid. 44 gol stagionali in 45 partite e 0 titoli in bacheca ancora una volta. Beffa del destino? Il Bayern che non conquista trofei: non accadeva da una vita. Per la precisione dalla stagione 2011/12 . Più di un decennio fa. Scherzo del destino è che sia accaduto proprio con l’arrivo di Kane.
La stagione della gloria di “The Hurricane”
L’inglese è stato ancora una volta autore di una stagione fantastica, ma per lui è semplice questa è semplice routine . Capocannoniere della Bundesliga con 24 gol, che sommati agli 11 messi a segno in Champions League e al gol in DFB fanno 36 stagionali. Numeri che certificano, se mai ce ne fosse bisogno, come da 10 anni a questa parte sia uno degli attaccanti più forti in circolazione.
Da subito quest’anno dopo la delusione della scorsa annata il Bayern Monaco ha provato a cambiare marcia. Nuovo allenatore, nuovi innesti ma ricerca del solito vecchio risultato. Vincere. Dalla terza giornata di campionato i bavaresi non hanno più perso la vetta, allungando prima sul Leverkusen e poi gestendo il vantaggio. Oggi Kane finalmente può accompagnare ai fantastici numeri della sua stagione un trofeo che non sia personale. Il suo contributo alla squadra che finalmente trova un riconoscimento anche in bacheca.
Il “vissero tutti felici e contenti” sarebbe forse un finale troppo scontato per una storia come questa. E il destino anche questa volta non ha finito di scherzare con Kane. Infatti nella partita che ha assegnato il titolo al Bayern Monaco, Kane non era in campo. Saltando la sua prima gara per squalifica di questo campionato. Aveva commentato così l’inglese alla fine della partita con il Mainz: “Questo giallo riassume un po’ la mia storia, io che salto la partita per il titolo con il Lipsia. Ma non preoccupatevi. Festeggerò più di tutti“. L’ennesimo scherzo del destino, a cui Kane però questa volta sorride più che volentieri. La festa è tutta tua Harry. Goditela. You deserve it.
A cura di Luca Jannone