Blanchard, ricordi e nuovi sogni: “Ho il fuoco dentro, torno a giocare”
Redazione 4 Giugno 2020
Il ritorno al campo, inseguendo una passione
La sensazione di un amore ritrovato. “Mi sto allenando con un preparatore. Fisicamente sto meglio ora rispetto a quando giocavo (ride, ndr). Alterno sedute aerobiche con il lavoro in palestra, poi svolgo il lavoro con la palla. Avevo un po’ di timore nel riprendere ad allenarmi perché quello che ho passato a Carpi mi aveva fatto disinnamorare del campo. Tutt’ora quando corro ho ancora dei flashback, quell’anno mi ha segnato molto a livello psicologico. Ma ora voglio solo rincorrere la mia passione”.
“Quel gol assomiglia a un sogno”
Flashback, come il gol con il Frosinone allo Juventus Stadium . Stacco di testa in controtempo, mandando a vuoto Pogba, e pareggiando al 93esimo. “Quel gol mi sembra talmente lontano che assomiglia a un sogno. Poi invece rivedo il video e mi rendo conto che è successo realmente”.
“Ora giocherei a pallone anche gratis”
Lavorare sodo, in cerca di una nuova opportunità. “Ho già parlato con diverse persone. Non pretendo di essere acquistato né tantomeno pagato. Ora giocherei a pallone anche gratis. Non mi pongo limiti di categoria, voglio dimostrare di avere ancora tanto da dare. Non ho la pretesa di andare a giocare in Serie A, magari ci sarà qualche squadra di Serie B che dopo avermi valutato mi darà una chance. Mi piacerebbe anche un bel progetto in Serie C, per riprovare a fare la scalata”.
Il sogno nel cassetto
Un sogno, però, in cuor suo Blanchard lo ha ancora. “Ripenso spesso al Frosinone e a tutte le cose belle accadute in quegli anni. Io e i miei compagni abbiamo scritto la storia di quel club. Rivestire la maglia giallazzurra è il mio sogno nel cassetto. In che categoria non lo so, ma mi piace pensare che ci sia una possibilità, anche una su un milione”.
Per due anni Leonardo ha lavorato nel negozio di vestiti familiare a Grosseto, vissuto una vacanza indimenticabile a Bali e cercato se stesso. A trentadue anni si è ritrovato. Nel posto più semplice: un prato, due porte e un pallone. La felicità.
A cura di Andrea Campioni