Benvenuto al Nord, Eziolino. Capuano, il “Mini One” riparte da Modena
“A livello tecnico-tattico, il
miglior allenatore che ho avuto è sicuramente Eziolino Capuano”.
Non lo disse un calciatore dilettante, ma Giulio
Migliaccio quando era al Palermo. Tanti anni da titolare in Serie A,
anche nella Fiorentina e nell’Atalanta, dove attualmente milita. Il
centrocampista del Verona Enzo Maresca lo ha avuto come testimone di
nozze, e molti calciatori di Serie A spesso lo
chiamano per chiedergli consigli. Eppure Capuano il grande calcio lo
ha solo “sorvolato”. Spesso commentandolo e giudicandolo, a
volte ridendoci su. Ma per lui un campo di terra e fango ha lo
stesso sapore di un grande stadio di Serie A. “Se non arrivo in
B torno a zappare la terra”. Non ci è ancora riuscito: forse è
la volta buona: Eziolino Capuano è il nuovo allenatore del Modena
(Lega Pro girone B). 51 anni, 28 trascorsi in panchina, ha firmato
per il club emiliano, che sabato aveva esonerato Pavan. Debutterà
domenica sul campo della Sambenedettese. Il Modena è attualmente
penultimo in classifica e Capuano (estero a parte) mai era salito
così al nord.
“Il Belzebù di Eboli”, così
qualcuno lo chiamava quando cominciò la sua carriera da allenatore,
non lontano da Salerno dove è nato. Piccoletto di statura, ma esagitato come pochi. Un folletto. Cominciò una vita da allenatore sopra le
righe. Le serie minori non sono riuscite a celare i suoi comportamenti sopra le righe, un carisma particolare ma anche una serie infinita di follie e qualche eccesso. Un allenatore comunque in gamba: agli esordi Capuano si fece
notare proprio per ciò di cui va fiero: un calcio all’avanguardia,
spesso “romantico”, ma di sicuro moderno: come quasi mai si
vedeva nei Dilettanti. La promozione dalla Serie D alla C2 con
l’Altamura fu seguita dalla stessa impresa ripetuta con la Cavese.
Fine tattico, stratega e “inventore di calcio”, come amava
definirsi. Guai a parlargli di moduli e di tattiche difensive. Seppure a livello dilettantistico, i bei traguardi calcistici gli
permettevano di avere visibilità, anche perché Eziolino era a suo agio in piazze passionali e con tanti tifosi allo stadio, nonostante si giocasse sulla terra battuta. Lunghissime le sue conferenze stampa e
le interviste, dove nel raccontare il suo calcio Capuano fece conoscere
anche il suo personaggio. “Non friggo il pesce con l’acqua, ma
qualcosa posso fare con l’acqua minerale”. Spesso collerico coi giornalisti, furioso quando qualcuno adombrava un suo possibile esonero.
Sopra le righe,
Imprevedibile come le sue squadre. Gli insulti ai suoi giocatori, l’invito ad essere dei maiali (in senso calcistico), le folli corse sotto la curva e le
parole diventate cult: “Sono diventato un totem per questi
giocatori”. “Le vere disgrazie sono i gol presi
al ’94”. “Sono il garante di questo popolo”. Capuano
allenatore del Meridione, non importa dove: senza paura di scendere
giù, nemmeno di categoria: Trapani, Puteolana, Taranto, Nocerina e
Sora, con cui sfidò il Napoli al San Paolo prendendosi gli applausi
del pubblico. Perché Capuano ispira simpatia: perché esagera,
quando si autodefinì il “Mini One” spiegando il suo
“3-5-1-1 come fa il Chelsea di Mourinho ma più aggressivo”. Il suo
sogno di guidare la Salernitana e portarla in Serie A. Le sue
sfuriate in conferenza stampa diventate un cult sul web. “Un
giocatore che non spinge al massimo non deve giocare più a calcio”.
“Eziolino lo squartatore”, esultanze sfrenate. Molti su Facebook chiedono di poter assistere in streaming ai suoi appuntamenti con la stampa, con la speranza di sentire qualche altra perla da condividere sui social: “I miei calciatori sono dei maialetti, che piano piano stanno crescendo e diventano più cattivi, come le scrofe”, con tanto di suoni onomatopeici. Euforia e malinconia: “Mi chiudo nel mio silenzio, ma hanno rovinato un giocattolo”, disse preannunciando l’esonero ad Arezzo. Gli esoneri, tanti: a Fondi allenò per mezza
stagione, a Messina solo per una settimana. A Caserta via dopo tre
giornate. Fu chiamato in Belgio, dove all’Eupen anche lì non durò
molto. Ma Eziolino non si è mai lamentato, anzi.
La sua visione di calcio respinge
quella di un mondo patinato, dove i valori sono la perfezione e il
rifiuto dell’errore. Sembra un personaggio dei film di Paolo
Sorrentino, e del resto la televisione ha fatto aumentare la sua
notorietà: nelle parentesi in cui non ha allenato era commentatore
richiestissimo nelle televisioni napoletane. Una dichiarazione
all’arrivo di Mertens (“Ve lo dico oggi e ricordatevi questa
data: Mertens non farà più di otto partite da titolare”) è
entrata negli annali ed uno dei video più virali circolati sul web
negli ultimi anni, ancora nelle “hit” di Youtube. A questi
eccessi si abbinavano analisi tattiche molto apprezzate. La fama di
pazzoide non ha mai disturbato Capuano, che tra auto ironia e
saggezza ha saputo cavarsela in situazioni scomode. Una multa per
dichiarazioni omofobe (“Non sapevo che checca è offensivo, sono
ignorante”), un’altra per violazione della clausola
compromissoria, ma anche il caso del video di una sua celebre sfuriata nello spogliatoio dell’Arezzo. Anche quello divenuto un
fenomeno della rete. La camicia strappata davanti ai giornalisti, i
salti sul tettuccio di un’auto (e gli insulti del proprietario) dopo
aver salvato la Juve Stabia. Alti e bassi di una carriera lunghissima
e matta. “Ho allenato con uno stipendio da panettiere, ma sarei
fiero di farlo per davvero”. Capuano non vuole essere un
esempio, ma solo il “Mini One”. Amato dalla gente, soprattutto perché è un bravo allenatore. E
da oggi riparte il suo sogno: quella Serie B conquistata che da tanti
anni lo aspetta. Vai Eziolino, facci divertire.