Ascoli-Da Cruz, cos’è successo dopo il rosso: la ricostruzione
L’espulsione nel finale contro il Trapani, il diverbio con i propri tifosi, il club bianconero che rompe con Da Cruz. Poi le dichiarazioni dell’attaccante: “Ho reagito ad insulti razzisti”
L'Ascoli non muove la sua classifica e resta all'ottavo posto dopo un sabato di Serie B in cui, oltre al ko a Trapani, i bianconeri hanno dovuto fare i conti con la reazione nel finale di Alessio Da Cruz.
Al 94', sul punteggio di 3-1, l'attaccante olandese è stato espulso per un fallo di gioco: mentre lasciava il campo e raggiungeva gli spogliatoi, passando vicino al settore ospiti, ha avuto un diverbio con i 72 tifosi ascolani presenti allo stadio. Momenti tesi, tanto che lo stesso Da Cruz è stato raggiunto e accompagnato fuori dalla sicurezza e dai dirigenti bianconeri presenti a bordo campo, tra i fischi e gli insulti dei tifosi dell'Ascoli.
A fine gara, la società ha preso una posizione netta (in attesa di capire se e quali sanzioni potranno arrivare al giocatore dopo questo episodio) attraverso un messaggio del proprietario Massimo Pulcinelli: “L’Ascoli prende definitivamente le distanze da Alessio Da Cruz. La prestazione di oggi non rispecchia le aspettative della Società e del progetto Ascoli Calcio. La Società stessa prende le distanze dal comportamento tenuto da Alessio Da Cruz. L’ennesima espulsione e il comportamento – non in linea col codice etico dell’Ascoli Calcio – assunto in campo e al cospetto di tifosi, che hanno seguito la squadra ancora una volta, obbligano il club bianconero a prendere definitivamente le distanze dal giocatore”.
Lo scorso ottobre, sempre per motivi disciplinari, il classe '97 di proprietà del Parma era già stato escluso dall'Ascoli per una giornata di campionato in seguito ad una lite con il compagno di squadra Gravillon. Dopo l'ultimo messaggio della dirigenza, il club è entrato in silenzio stampa ma nella serata di sabato è arrivata comunque una lunga dichiarazione da parte dello stesso Da Cruz per contribuire a fare chiarezza sull'accaduto.
Da Cruz: "Insulti razzisti intollerabili, ho perso il controllo"
“Ho sbagliato a entrare in tackle, ero in ritardo per prendere la palla, ma non è stata affatto mia intenzione toccare il giocatore del Trapani in occasione dell'espulsione. Nel primo tempo il mio compagno di squadra Gerbo ha discusso con l'arbitro Camplone del suo cartellino giallo: ho cercato di tenere Gerbo lontano da lui, ma poi l'arbitro è venuto da me e mi ha detto già allora che mi avrebbe dato un cartellino rosso. Non stavo facendo nulla di male in quel momento, perché parlare così? Perché io sono Alessio da Cruz? Ho sbagliato in passato con il mio comportamento in campo, ma è questo un motivo per minacciarmi e trattarmi in modo diverso dagli altri giocatori in campo? No. Ho bisogno di essere trattato come chiunque altro in campo.
Quando ho ricevuto il cartellino rosso, comunque ero calmo e volevo andare fuori dal campo. L'ho accettato. Alcuni tifosi dell'Ascoli però hanno iniziato a insultare me e la mia famiglia anche con insulti razzisti. Così ho perso il controllo, quelle parole mi hanno mandato fuori di testa.
Per me è davvero difficile capire come i tifosi possano non sostenere la propria squadra e i propri giocatori. Quando io o i miei compagni di squadra riceviamo un cartellino rosso, devono comunque supportarci, qualunque cosa accada. È sbagliato voltare le spalle ai tuoi giocatori. Ma mi scuso ancora con quella parte di tifosi che non aveva niente contro di me.
La partita mi ha frustrato perché abbiamo giocato male, stavamo perdendo e non siamo riusciti a segnare in superiorità numerica. Dobbiamo assumerci le colpe noi come squadra, dovremmo fare molto meglio. Lavoriamo duro ogni giorno e vogliamo vincere. Che i tifosi possano essere arrabbiati con noi è un conto; ma per favore, continuate a sostenerci. Abbiamo bisogno che siate con noi. Non contro di noi”.
"Sarò sempre con Zanetti, ma ho letto che il club non mi vuole più"
“Voglio chiarire inoltre che non ho mai insultato il nostro presidente: una persona che rispetto profondamente, investe molto per far crescere l'Ascoli Calcio e portarlo in Serie A. Come posso insultare qualcuno che paga il mio stipendio? Ancora, continuate a supportare anche lui per favore.
Mentre Zanetti è uno dei migliori allenatori che ho avuto in carriera e fa tutto il possibile per vincere, segue sempre noi giocatori e insieme siamo una squadra. Se come gruppo in questo momento non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi, l'allenatore non c'entra. Dobbiamo dimostrarlo sul campo e riporre la sua fiducia in noi con buone prestazioni. Sarò sempre con mister Zanetti.
Non avevo alcuna intenzione di lasciare Ascoli, ma ho letto che il club non mi vuole più. Parlerò con i miei agenti per vedere come continuare”.