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Akpa Akpro, ricordi da Tolosa: “Così è cresciuto il nostro Jean-Daniel”

Come si festeggia un gol in Champions contro il Borussia Dortmund in casa Akpa Akpro? “Niente di eclatante, ci siamo sentiti in videochiamata tutti e tre, abbiamo parlato della partita”. Come quando a casa giocavano a calcio per ore, sempre insieme. Jean-Jacques, Jean-Louis e Jean-Daniel, in rigoroso ordine cronologico. Il nome comune deriva dal nonno paterno Jean, l’altro da un amico di famiglia e uno zio. 


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Sono i fratelli Akpa Akpro: tutti calciatori, nessuna eccezione. “Da piccoli pensavamo solo al pallone, litigavamo per quello, anche alla play”. Destino segnato per Jean-Daniel, uomo copertina della nuova Lazio europea: “Appena ha iniziato a camminare ci ha sempre seguiti in campo per vederci giocare. Non aveva molta altra scelta”, racconta a Gianlucadimarzio.com Jean-Jacques, il più grande dei tre.  

Jean-Daniel inizia in porta, poi col tempo cambia idea. I fratelli gli affibbiano il soprannome di un cartone francese, Choupa: “Perché aveva la testa grande come ora e il corpo piccolo”. Il destino li unisce anche nello stesso club, tutti passano per le giovanili del Tolosa: “Io e Jean-Daniel l’abbiamo dovuto lasciare in circostanze particolari”, racconta il secondogenito Jean-Louis, che ora gioca in quinta divisione inglese. 

Una passione sorretta dalle spalle di mamma Paulina: “Nostro padre lavorava in Africa, lei ha fatto enormi sacrifici per noi. Vivevamo in un quartiere difficile, ma ha sempre reso tutto naturale, è una grande donna". Jean-Daniel ha ereditato la sua forza: “Anche lui ha dovuto rinunciare a molto – racconta il fratello Jean-Jacques – è andato via di casa molto presto, non ha vissuto l’adolescenza dei suoi coetanei. Non ha festeggiato molti dei suoi compleanni perché doveva allenarsi. Ma ha visto noi e nostra madre fare le stesse cose, per lui era normale”. 


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Non molla nemmeno quando nel 2017 si rompe il bacino, gioca appena due partire con il Tolosa, e in estate si trova senza squadra: “Quel periodo è stato complicato – ricorda Jean-Louis – gli ho detto che quello che gli era successo lo avrebbe reso più forte. E così è stato. Non mi sorprende quello che è riuscito a fare". A febbraio 2018 ha un’altra occasione, lo chiama la Salernitana: lì rinasce. 

Con Ventura sale in cattedra, diventa uno degli uomini simbolo della squadra. Lotito se ne innamora e lo porta a Roma in estate dopo l’ok di Inzaghi. “Quando ha saputo dell’interesse della Lazio era felicissimo”. Entra subito nelle rotazioni, gioca in campionato e segna in Champions, dopo dieci minuti dall’ingresso in campo. Primo pensiero: la moglie, i figli e i fratelli. Una videochiamata per vederli tutti. Presto potrà farlo di persona: “Verremo a Roma, promesso”. Magari al prossimo gol.  


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