Sérgio Conceição: “Dal 2017 solo io e Pioli abbiamo vinto trofei al Milan”

Intervistato a La Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore del Milan Sérgio Conceição ha parlato della sua esperienza in rossonero
Sérgio Conceição, attualmente alla guida dell’Al-Ittihad in Arabia Saudita, ha rilasciato una lunga intervista per La Gazzetta dello Sport ripercorrendo i sei mesi vissuti sulla panchina del Milan.
Dalla vittoria della Supercoppa Italiana a Riad fino all’esonero al termine della scorsa stagione, il portoghese ha esaminato tutto il suo percorso.
“Piansi quando battemmo la Juve di mio figlio Cisco e poi l’Inter in rimonta“, ha dichiarato Conceição. Che ha raccontato poi diversi aneddoti: “Il video del sigaro dopo la vittoria? Era una promessa fatta ai giocatori, che avevano visto il filmato ai tempi del Porto, dove l’avevo fatto spesso”.
Nonostante le difficoltà, Conceição ha tracciato un bilancio sostanzialmente positivo della sua breve esperienza: “Dal 2016 a oggi solo due allenatori hanno vinto trofei in rossonero: Pioli, con lo scudetto, e io. E il ritmo dei punti era da quinto posto. Ho rammarico per la Coppa Italia persa“. Ma le critiche sull’ambiente rossonero non sono mancate: di seguito tutte le sue dichiarazioni.
Milan, le parole di Sérgio Conceição
Il portoghese nella sua intervista ha denunciato l’instabilità a livello societario e un clima pesante attorno alla squadra: “L’ambiente non era buono. La dirigenza non mi ha supportato. Ricordo che dopo la vittoria della Supercoppa, in occasione della partita col Cagliari, già circolavano voci su altri allenatori. Io pensavo a lavorare e a vincere, col peso dei risultati. Non ho avuto tempo di lavorare a tutti i livelli“, ha spiegato con amarezza il portoghese.
Allenatore che si è poi soffermato sul rapporto con suo figlio Francisco e sul suo futuro: “A casa si parla poco di calcio. La regola è che a cena si lascino i telefoni in tasca, regola che ho preteso anche al Porto e al Milan. Un consiglio a mio figlio? Per fare la differenza servono sacrifici e mentalità. Se potessi gli presterei la mia fame: non che lui non ce l’abbia, anzi, ma comunque io a 16 anni portavo i soldi a casa per mangiare, era diverso. Ma ci ho sempre creduto. E lui anche ci crede“. Per concludere su un possibile ritorno in Italia: “So già che lo farò“. Una dichiarazione che lascia aperte tutte le porte per un possibile ritorno in Serie A.