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La rivincita Porto e il sogno mondiale con la Seleçao: Thiago Silva, riecco l’Europa

A 41 anni, Thiago Silva torna in Europa per il Porto: dal Brasile alla voglia di giocare l’ultimo Mondiale.

Da Maldini a Costacurta, fino a Ibrahimovic. Leggende che a 41 anni hanno deciso di mettere la parola fine alla loro meravigliosa carriera. Ma non è mai troppo tardi per essere quello che si vuole essere. Non c’è limite di tempo, si comincia e si smette nel momento più giusto. Si può cambiare o meno, non esiste una regola. E Thiago Silva, un “giovanotto” di 41 anni, è tra quelli che non hanno nessuna intenzione di smettere. Anzi, l’ex Milan è ritornato in Europa proprio per disputare il suo quinto Mondiale con il Brasile. La sua ultima presenza in nazionale risale al 2022, proprio in Qatar, da capitano.

Giocherà con il Porto, una sorta di rivincita lì dove nel 2004 arrivò da semisconosciuto dopo essersi messo in mostra con le maglie di Pedrabranca e Juventude. Proprio nello stato del Rio Grande do Sul era arrivata la svolta della sua carriera: durante la sua permanenza alla Juventude è diventato difensore centrale, grazie all’intuizione dell’allenatore Ivo Wortmann, ex centrocampista del Palmeiras di fine anni ottanta. La squadra era in emergenza in difesa e Thiago Silva, che fino ad allora giocava soprattutto da centrocampista, venne schierato dietro per necessità con risultati eccezionali.

Ma perché il Porto rappresenta una rivincita per lui? La sua prima avventura europea non fu molto fortunata. I portoghesi decisero di acquistarlo dopo un periodo di prova, ma a causa di un infortunio e alcuni problemi respiratori non venne mai aggregato alla prima squadra, rimanendo con la squadra B in Segunda Divisão B, la terza serie nazionale.

Indosserà la maglia numero 3, quella che per ben 700 volte ha vestito un altro “ragazzino” di nome Pepe.

Il ritorno da leader al Fluminense: obrigado, Thiago Silva

Dopo quattro anni passati al Chelsea, nell’estate 2024 Thiago Silva decise di tornare a casa per indossare la maglia del Fluminense. Lì dove tutto è nato prima dell’exploit europeo, con l’obiettivo di provare a vincere. Dentro di lui c’era ancora la delusione della finale di Coppa Libertadores persa nel 2008 contro l’LDU Quito, e quale occasione migliore se non quella di riprovarci? Il Flu però riuscì a vincere il suo primo titolo solamente l’anno precedente al suo arrivo, con un’altra leggenda del calcio brasiliano in campo, niente meno che Marcelo.

Fino a 41 anni è stato uno dei protagonisti e leader della squadra, giocando da centrale difensivo titolare con grande continuità e collezionando numerose presenze in tutte le competizioni tra Brasileirão, Copa Sudamericana, Copa do Brasil, Campeonato Carioca e Mondiale per Club. Ha inciso anche in zona gol, tra questi la rete in rovesciata nel recupero contro la Juventude che ha regalato la vittoria al Fluminense e ha fatto esplodere il Maracanã. Capitano e riferimento dello spogliatoio.

Thiago Silva (IMAGO)
Thiago Silva (IMAGO)

Esperienza e carisma: cosa può dare al Porto di Farioli?

Una bacheca con 31 trofei e il feeling con André Villas-Boas che da presidente lo ha voluto fortemente nel suo Porto. Ma cosa può dare Thiago Silva alla squadra di Farioli? Leadership nello spogliatoio e in campo, abitudine a gestire la pressione e punto di riferimento per i difensori più giovani. Il brasiliano è perfetto per uno come Farioli che opta per la costruzione dal basso: il profilo ideale di giocatore a cui affidare le chiavi della difesa.

Non si tratta ovviamente di un investimento per il futuro, ai quali ci ha spesso abituato il Porto. Ma sicuramente è l’arrivo di un campione pronto a mettere a disposizione tutta la sua esperienza e leadership. Troverà un allenatore, Farioli, che ha cinque anni meno di lui, con cui ha deciso di rimettersi in gioco e di cui potrebbe diventare una sorta di portavoce in campo. Almeno fino a giugno, poi si vedrà. Debutto? Probabilmente il 29 dicembre nella gara casalinga contro l’AVS. L’ennesimo inizio di una carriera infinita.

A cura di Gerardo Guariglia