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Spalletti: “L’esperienza con l’Italia mi sta martellando ancora forte in testa”

Luciano Spalletti, ex commissario tecnico dell’Italia (Imago)

Luciano Spalletti torna a parlare dell’esperienza vissuta da CT della Nazionale Italiana

A distanza di qualche mese, Luciano Spalletti è tornato a parlare del percorso compiuto da Commissario Tecnico dell’Italia.

Un capitolo della sua vita che ancora oggi trasmette delle sensazioni negative a Spalletti: “L’esperienza con l’Italia mi sta martellando ancora forte in testa. Non mi sono posto l’obiettivo di doverla dimenticare, la si accetta tutta e si accetta il dolore che fa“. E ancora: “Non è andata come volevo, ma voglio riconoscermi l’impegno totale messo. Ora serve lasciar passare un po’ di tempo e poi si ripartirà“.

L’ex CT ha parlato anche di chi l’ha succeduto, ovvero Gennaro Gattuso: “È stato veramente bravo, soprattutto alla seconda partita serviva fare qualcosa di tattico e lui l’ha preparata bene. Le due punte vicine gli hanno dato ragione per il risultato finale e quindi gli si deve fare i complimenti“.

Sono contento che i giocatori si siano sentiti un po’ liberati. Ho visto che hanno parlato qua e là, non mi è dispiaciuto. Anche il mio obiettivo era quello, che tutti fossero liberi di giocare in tranquillità e di vincere“.

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Luciano Spalletti, ex CT dell’ Italia (credits: Mirko Barbieri)

I commenti di Spalletti sulla vicenda Acerbi

Spalletti ha ripreso in mano anche la polemica che lo ha coinvolto con Acerbi, che non ha risposto alla convocazione per la partita in Norvegia dello scorso 6 giugno: “Con me c’erano altre persone, basta andare da loro e chiedere se ho detto la verità oppure no. Parlo di personaggi di rilievo della Federazione, non faccio cose contrarie alla logica, ma in modo corretto“.

Ha aggiunto: “Dopo le preconvocazioni c’è stata una telefonata in cui gli ho quasi chiesto scusa, riconoscendogli la sua qualità e la sua bravura nel finale di campionato e in Champions League. Prima della convocazione aveva dato totale disponibilità, non vedo dove possa essere l’inghippo da parte mia. Io avevo sempre al fianco Buffon e tutti gli altri, li rendevo partecipi su tutto: dai ritmi agli orari, poi le scelte erano mie“.