La sfida di Giaretta al Pafos: “Chi mi dava del pazzo oggi chiama per complimentarsi”

Tra sfide, una filosofia ben precisa e una storica qualificazione in Champions League: la nostra intervista al direttore sportivo del club cipriota
Il telefono squilla ininterrottamente da giorni. Parenti, amici e colleghi sono il contorno di una serata storica: “Cristiano, complimenti! Ce l’hai fatta”. A Cipro c’è un piccolo paese di 37mila abitanti che ha risvegliato nell’isola la passione per il calcio: 9mila di loro erano allo stadio per assistere alla prima qualificazione in Champions League del Pafos. “Come tutte le cose straordinarie, bisogna anche trovare il giusto equilibrio. Al fischio finale c’è stata gioia e spensieratezza, ma solo ora realizzo di aver vissuto qualcosa di straordinario”. racconta il direttore sportivo Cristiano Giaretta a gianlucadimarzio.com.
Dal 2017, con il nuovo proprietario Roman Dubov, il club cipriota ha vissuto una svolta significativa. Un rinnovamento che con l’arrivo del dirigente italiano si è trasformato in successi sul campo. “Oggi sembra di dire qualcosa con il senno di poi, ma realmente sono venuto qui con l’ambizione di arrivare in Champions League: le mie soddisfazioni me le sono già tolte, e ne cercherò sicuramente di altre. Ho avuto la fortuna di lavorare in Serie A, in Premier League e non solo: dentro di me mi mancava questa competizione, ho sempre avuto il desiderio di sentire la musichetta della Champions League. Questa cosa mi ha portato a scegliere Pafos: sono stato qua, ho visto il progetto e i proprietari sono riusciti a convincermi”.
Una scelta dettata da un desiderio nascosto: “La possibilità e l’ambizione di poter raggiungere la Champions è stata la scintilla che tra le altre cose mi ha portato a scegliere Pafos”.
Con la città in fermento e i sorteggi seguiti con la squadra in tv, l’obiettivo rimane quello di competere il più possibile: “Non potevamo aspettarci delle partite semplici: poteva andare anche peggio, ovviamente. Poche sono alla nostra portata: tra questa c’è l’incognita Kairat visto che giochiamo in trasferta, così come il Villarreal che – avendo l’opportunità di affrontarlo in casa – possiamo provare a competere. Quasi impossibili saranno le gare contro Bayern Monaco Chelsea e Juventus. Anche l’Olympiacos è un ambiente caldo. Possiamo comunque competere. C’è da avere la pelle d’oca”.
“Mi davano del pazzo…”
Una scelta forte e una sfida stimolante, tra le più intriganti della sua carriera. “Tanti amici, conoscenti e colleghi mi prendevano per matto quando lasciai Watford: è stata indubbiamente una scelta forte. Ma mi stimolava questo progetto e il desiderio di giocare la Champions con un piccolo club: oggi posso dire che la scelta è stata azzeccata. Gli stessi che mi avevano dato del pazzo oggi mi richiamano e mi dicono ‘Ho capito perché hai fatto questa scelta’. Mi sono fidato dei proprietari: mi hanno dimostrato grande serietà sin dal primo incontro, c’è stata fin da subito l’ambizione di crescere e di voler diventare qualcosa di importante. È stata la sfida più importante e anche incosciente”.
Le ambizioni del Pafos: “Mi hanno chiesto di alzare l’asticella”
Arrivato nel dicembre del 2023, Cristiano Giaretta ha cambiato la storia del club cipriota. “Fin da subito mi hanno chiesto di alzare l’asticella. Fino a quel momento il club non aveva ancora vinto nulla. Per me era, ed è tuttora, una grande sfida perché devi convincere giocatori di alto livello a trasferirsi in una squadra poco conosciuta e in un’isola come Cipro che di certo non è famosa per essere l’impero del calcio”. Dopo soli 6 mesi, ecco il primo trofeo: “Nel maggio del 2024 abbiamo vinto la coppa di Cipro. La stagione successiva ci siamo posti l’obiettivo di vincere il campionato e ci siamo riusciti”. Merito di concetti di gioco efficaci e un allenatore – Juan Carlos Carcedo – che sta facendo vedere cose molto interessanti. Un percorso graduale, vincente e convincente. “Abbiamo raggiunto anche i 16esimi di Conference League e nei gironi abbiamo affrontato la Fiorentina”. Il resto, è storia recente e nota.
“Siamo riusciti mantenere il blocco solido della scorsa stagione” – ci racconta il ds Giaretta – “e ne abbiamo aggiunti altri. Il resto lo conoscete tutti. Prima abbiamo battuto il Maccabi Tel Aviv, poi la Dinamo Kiev e infine la Stella Rossa. Abbiamo vinto in trasferta davanti a 50mila persone. Il gol segnato a casa nostra all’ultimo minuto è stato il coronamento di un sogno. Un obiettivo che fino a qualche anno fa sembrava impensabile, ma che avevamo messo a tavolino”.

La filosofia del ds Giaretta
Ispirazione e modello. Giaretta non ha dubbi. Il suo metodo di lavoro è lo stesso di un club italiano: “Ho lavorato tanti anni con Gino e la famiglia Pozzo: mi ispiro alla loro filosofia che oggi posso dire di aver fatto mia”. Il loro segreto? “Stare in contatto con tutti gli agenti costantemente. Poi è fondamentale selezionare quanti più giocatori possibili, soprattutto quelli più giovani che non hanno ancora esordito in prima squadra. Con loro, è necessario aggiungere calciatori con una certa esperienza”. Un lavoro in pieno stile Udinese. Ma ora l’obiettivo “è anche cercare di vendere, per poter aumentare il nostro valore. In questo senso, le coppe europee ci aiuteranno molto”.
“David Luiz? Vi spiego com’è andata”
Non solo Champions. Durante l’estate, il nome Pafos è diventato virale anche per merito di un nuovo acquisto: David Luiz. Ma com’è nata la trattativa? “Prima di tutto vogliamo attrarre giocatori che possano alzare il livello della squadra: combiniamo la necessità di volere un calciatore pronto fisicamente e che abbia anche un nome di un certo tipo. Per David Luiz l’approccio con il suo agente è stato positivo fin dall’inizio. Gli abbiamo proposto un contratto biennale: il giocatore si è dimostrato molto disponibile. Luiz ha quel tipo di leadership che ci serviva e oltretutto sta bene fisicamente, è pronto per giocare. Il fatto che si chiami David Luiz è sicuramente un valore aggiunto. Il suo arrivo e la nostra qualificazione in Champions League ci stanno dando grande visibilità”.

“Abbiamo risvegliato la passione per il calcio a Cipro”
Non chiamatela lega di seconda fascia. “A Cipro c’è un calcio competitivo e in continua crescita da almeno 7/8 anni. Grazie anche a Pafos che ha messo il piede sull’acceleratore. Ci sono almeno 7 squadre che possono vincere il campionato qui. Ognuna di queste ha almeno 17/18 giocatori stranieri che vengono qui per una seconda chance. Ma se uno pensa di trasferirsi a Cipro per svernare non gioca: dal punto di vista dell’intensità e della fisicità ricorda la Championship inglese”. Insomma, calcio vero.
Tra gli artefici di una delle storie più belle della prossima Champions League c’è lo zampino di un italiano. Una città, una sola fede. Pafos ha risvegliato la passione per il calcio. Un mattoncino alla volta.