Zaniolo si difende: “Stavolta non ci sto, non posso passare per quello che scatena risse”

Dopo il caso che lo ha visto coinvolto al termine di Fiorentina-Roma Primavera, Nicolò Zaniolo si è voluto difendere
Nicolò Zaniolo al centro della bufera, dopo quanto avvenuto – stando alla ricostruzione della Roma – al termine della sfida tra le formazioni Primavera di Fiorentina e giallorossi.
Il club capitolino ha infatti segnalato che il classe ’99 di Massa ha colpito fisicamente due propri calciatori, provocando loro conseguenze non banali.
In un primo momento il giocatore viola si è difeso sui propri profili social, attraverso un lungo messaggio.
Adesso, invece, lo ha fatto rilasciando delle parole ai microfoni del Corriere dello Sport.
Le parole di Zaniolo
Il calciatore della Fiorentina ha dichiarato: “Stavolta non ci sto. Quando ho fatto delle sciocchezze, come con l’arbitro l’ultima volta all’Olimpico, mi sono sempre assunto le mie responsabilità accettando la punizione, la squalifica, ma in questo caso non posso passare per quello che scatena le risse e mette le mani addosso a un ragazzino”.
“So di aver reagito male e me ne assumo la responsabilità. Voglio essere molto schietto: dovevo fare pipì e il primo bagno che ho trovato era quello dello spogliatoio della Roma, ho chiesto il permesso di entrare e me l’hanno concesso con un sorriso. Incrociando i ragazzi ho dato loro il cinque complimentandomi, ma appena sono uscito uno di loro a voce alta mi ha provocato e quando gli ho chiesto se si rivolgesse a me mi si è avvicinato. Ho perso la calma ma non l’ho colpito. È un errore che mi pesa, soprattutto perché so di dover essere un esempio per i più giovani. Ci tengo però a precisare che i fatti sono ben lontani da quanto ricostruito e che da parte mia, oltre a una discussione verbale, non c’è stato alcun comportamento aggressivo“.

“Non ho problemi a parlare con la procura”
Ha poi proseguito: “Sono poi volate parole grosse con il ragazzo, che mi ha provocato. Io non ho mai alzato le mani, non ci sono stati schiaffi né tantomeno pugni. Ripeto, quando sbaglio me ne assumo la responsabilità ma stavolta no. E visto che ho la coscienza pulita non ho problemi a parlare con la procura federale o con il ragazzo in questione”.
Quello che ho trovato totalmente fuori luogo è il comportamento di alcuni adulti che sono passati dalla richiesta dell’autografo all’offesa. Ho ricevuto anche una tacchettata nel polpaccio. Ciò che fa più male è la mancanza di rispetto nei confronti di un collega che ha più anni del ragazzo che ha dimostrato di non gradire la mia presenza nello spogliatoio. Se mi chiamerà il procuratore federale andrò di persona. Ho quasi 26 anni, sono cambiato, quello Zaniolo non esiste più. Forse anni fa la rissa ci sarebbe stata veramente, ma si cresce grazie a Dio. Oggi sono anche capace di farmi rispettare con le parole”.