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Zizou, ancora tu: ora allenatore del Real Madrid. “Sono più emozionato di quando firmai come giocatore”

“Credo che tutto possa andare nel migliore dei modi. Sono pronto a dare il cuore per questo club. Mi sento molto più emozionato ora rispetto a quando firmai come giocatore del Real. E adesso? A lavorare!”. 

Trambusto, calca. E lingue che si accavallano una sopra l’altra. Generalmente lo store ufficiale del Real Madrid (piazzato nel cuore del Bernabeu) è sempre e perennemente in sovraffollamento: chi sfoglia e contempla le magliette di Cristiano, Bale e compagnia – e forse compra se con molti soldi da spendere – chi spulcia qua e la tra un gadget e l’altro. Poi le scale, un po’ di respiro giù al secondo piano. Altre maglie, nuovi nomi. E una gigantografia appena sulla destra che toglie il respiro: volée di Zidane all’Hampden Park di Glasgow. Il pensiero (stupendo, per loro) si colora di Champions, la finale vinta contro il Leverkusen riaffiora all’istante: istantanea indimenticabile per il club madridista che annualmente ricorda quell’attimo con un comunicato ufficiale, ogni 12 maggio: “Oggi si compiono tot anni dalla Novena”.

Dal bianconero italiano al blanco spagnolo, galeotta fu una cena a Montecarlo: Perez avrebbe convinto Zizou con una domanda scritta su di una salvietta. “Vorresti giocare nel Madrid”. Un “Oui” è bastato. 73,5 milioni di euro alla Juve, pure. Cinque anni galattici, 5 come quel numero che portava elegantemente sulle sue spalle: Zidane, giocatore di squisita delizia. 

4 gennaio 2016. Comunicato (di una conferenza) del Madrid ma nessuna ricorrenza da festeggiare: semplicemente un allenatore da salutare, amaramente. Quel Rafa Benitez di origine madridista fortemente voluto da Florentino Perez giusto l’estate prima, nonostante un Carletto Ancelotti amato da tutti e di più. Quel Rafa che lo stesso presidente aveva difeso appena 20 giorni fa davanti al mondo intero, nonostante le critiche, nonostante un rapporto con la squadra praticamente ai ferri corti. Quel Rafa idolatrato solo al Mestalla in questa stagione, domenica fatalità: per il resto solo fischi, sempre fischi, al Bernabeu soprattutto. Contro il Valencia forse il miglior Madrid di Benitez ma non è bastato, i numeri hanno messo lo spagnolo all’angolo: 25 partite, 17 vittorie, 5 pareggi, tre sconfitte. E quando il club ha comunicato la sua decisone alla rosa, il sentimento è stato di felicità, liberazione

Zizou, ancora tu. Due settimane fa Perez lo aveva preannunciato: “Zidane sarà un grande allenatore e lo sarà del Real”. Ma l’arrivo è stato anticipato più del previsto. Francese pronto, senza tacchetti ai piedi ma con giacca e cravatta come ai tempi di Anceotti allenatore merengue. Zizou conosce la rosa quasi alla perfezione, pregi e difetti. Ne riconosce talento e carattere. E sa già come vincere, perché una Décima l’ha vissuta pure lui, seppur da secondo. La scuola è buona, made by Carletto. Il futuro del Real è Zidane. Un genio con la palla tra i piedi chissà cosa saprà fare con una squadra così tra le mani.

“Ce la metterò tutta perché questo gruppo di ragazzi possa vincere qualcosa al termine della stagione”.