Zenga: “Buffon ancora il numero uno, sembra quello del 2006. Courtois? Già al livello di Neuer”
E’ considerato uno dei migliori interpreti del ruolo di tutti i tempi e per tre volte ha vinto il titolo di miglior portiere del mondo. Chi meglio di Walter Zenga può dare un giudizio autorevole sui portieri di oggi? Buffon, Courtois, Neuer, Casillas, Lloris… “L’uomo ragno” ha detto la sua nel corso di una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello sport:
“Per un allenatore avere un gran portiere è una fortuna: parti già bene. In questo il calcio non è mica cambiato: un portiere e un centrale difensivo che tirano giù la serranda, un play alto o basso che fa giocare la squadra, un attaccante che la butta dentro. Chi ha vinto, ha vinto così”. Non solo l’Italia, anche il Belgio ha sfornato diversi ottimi portieri nel corso degli anni: “Nel Mondiale ‘86, io ero in panchina, c’era una sfilza di fenomeni e Pfaff arrivò terzo senza nulla da invidiare ai vari Schumacher, Shilton, Dasaev, Zubizarreta. Poi Preud’homme, siamo quasi coetanei: era il mio preferito assieme a Vitor Baia. E vogliamo parlare di Mignolet? Fa panchina solo perché c’è Courtois, ma nell’amichevole di novembre ricordo almeno due parate da paura, roba da non capire come le aveva fatte”.
Buffon? Ancora il numero uno: “Certo che lo è, e a 38 anni non è mica facile. Lo è per la carriera che ha alle spalle e per come continua a viverla. Avete idea di che stagione ha fatto quest’anno? È stato quello del 2006, visto che si parla di decenni. Gigi ha un pensiero in testa, sempre: ‘Come fare per’. E’ il confine non sottile fra uno normale e un fuoriclasse. Uno che dice che vuole giocare il suo sesto Mondiale non può non chiedersi ‘come fare per’: lui si è già risposto, cercherà di andarci pensando giorno dopo giorno. Per un portiere quello che fa la differenza è il momento di smettere. Io l’ho fatto quando mi sono accorto in allenamento che non andavo più: quando decidi devi essere ancora un giocatore importante, non già un ex”.
Courtois è tra i primi tre per Zenga: “Sì, perché è già arrivato al livello di Neuer. Anche nell’incarnare il prototipo del portiere moderno. Con 199 centimetri è più facile se la natura ti ha dato reattività da unire alla stazza: così rende facile quello che in realtà è molto difficile. Punti di forza? Per Gigi, visto che il resto si sa, dico la reattività, che a 38 anni è rimasta la stessa. Ho avuto negli occhi per due giorni la parata che ha fatto sulla punizione di Balotelli in Milan-Juve di aprile. Per Courtois la copertura della porta e dello spazio area. Usa benissimo i suoi due metri e l’apertura delle braccia per chiudere tutto lo specchio. Su qualunque tiro, fateci caso, fa sempre e subito un passo avanti: spesso decisivo”.
Buffon, Courtois e Neuer. Poi? “Gli altri abbastanza staccati: compreso Casillas, che rispetto a Buffon mi sembra calato abbastanza. Però Lloris non mi dispiace: è un buon portiere”. Buffon parte avvantaggiato dai compagni di difesa: “Più che altro Wilmots sta peggio di Conte, perché deve adattare almeno due difensori: Ciman a fare il laterale e Alderweireld a fare il centrale. L’unico adattamento a cui deve pensare Conte, semmai, è quello che gli può servire per giocarsela in maniera più o meno offensiva. Wilmots ha più qualità? Non c’è dubbio, ma forse l’Italia ha più equilibrio, più identità di gruppo. Conte sta facendo di una nazionale una squadra e la differenza può farla la mentalità di tutto il gruppo e non di un solo reparto: l’Italia non si difende, ma sa difendere bene. Chi passa? Italia e Belgio e gli azzurri arrivano fra le prime quattro. Chi vincerà? La Francia. Proprio una bella squadra, vedrete”.