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Alla scoperta di Zanotti, il primo baby lanciato tra i grandi da Inzaghi

ll terzino destro è uno dei classe 2003 che Inzaghi porterà in ritiro con la prima squadra. Lo scorso dicembre gli aveva regalato la gioia dell’esordio tra i pro 

La sua storia è una di quelle nate grazie a un occhio particolare e una felice intuizione. “Preparati, entri al posto di Perisic sulla fascia”. “Ma chi io mister?” “Si”. Il viaggio di Mattia Zanotti nel mondo dei pro inizia così, a San Siro, al minuto 82 contro il Cagliari di Mazzari. Esordio. Con un grazie speciale a Simone Inzaghi per la fiducia. Prima presenza con i grandi dopo 3 panchine (di cui una in Champions contro il Real) e spunta verde messa alla voce “sogni realizzati”. L’ha postato anche sui social il giorno dopo, anche se probabilmente non lo aveva ancora metabolizzato. Mattia può aprire gli occhi. È tutto vero. Ma il bello viene adesso.  

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Vogliamo aggregare tre giocatori della Primavera in pianta stabile. Con noi avremo Carboni, Casadei, Zanotti che ha già esordito la scorsa stagione. Quest’anno spero di farne esordire altri, perché ci puntiamo molto e i risultati dimostrano che stiamo lavorando bene”. Con queste parole Inzaghi ha fatto capire che l’Inter sui giovani ci crede e gli concederà spazio nel prossimo campionato. Ci sarà bisogno di tutti, anche di loro. L’Inter sa di avere in casa giocatori dal grande potenziale e lo scudetto vinto in finale contro la Roma ne è stata soltanto una conferma. Prove di futuro.  

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Una lettera. Questo balla tra Zanotti e Zanetti, anche il ruolo è lo stesso. Così come il soprannome. Anche Mattia infatti viene chiamato “il trattore”. In realtà, ironie e sorrisi a parte, in mezzo c’è un mondo. “È il mio idolo da sempre, ma niente paragoni”. Queste le sue parole su Javier dopo l’esordio. D’altronde Mattia è così da sempre. Umile, taciturno, uno che dribbla le domande scomode e pensa solo a correre sul quella fascia. Trattore appunto. 

 

 

All’Inter ha sempre avuto la possibilità di ammirare Javier da vicino, anche se non in campo. Mattia infatti è arrivato all’Inter dal Brescia nel 2017, mentre Javier si è ritirato dal calcio giocato nel 2014 entrando subito nell’amministrazione del club. Magari in ritiro potrà parlarci e raccontargli di come si sia innamorato dell’Inter e del ruolo ammirando le sue falcate. In cambio riceverà preziosi consigli e qualche trucco del mestiere. Questione di empatia.  

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Oggi la primavera rappresenta il futuro dell’Inter, fa sorridere e ben sperare. Lo ha detto Marotta prima del ritiro, lo ha ribadito Inzaghi ieri in conferenza. Poi sono arrivati i fatti. Tre ragazzi convocati in prima squadra, tra cui Zanotti. Saranno contenti Mamma Michela – assessore a Lonato dove Mattia ha iniziato a giocare – e papà Marco, che lo hanno sempre seguito e accompagnato negli anni. Quello di oggi è il primo passo, per ripagare uno a uno tutti gli sforzi e i sacrifici fatti. Step by step. Mattia lo sa e vuole continuare a sognare. Basterà non smettere di correre, come insegna il suo idolo Javier.