Questo sito contribuisce all'audience di

Zanetti premiato al Football Leader: “Onorato di rappresentare l’Inter. Mi sono emozionato al saluto di Totti”. Le foto

Primo appuntamento con il Football Leader con un ospite d’eccezione: lo storico capitano dell’Inter, Javier Zanetti. L’argentino ha ricevuto il premio “Leader per sempre”, ritirato quest’oggi a Napoli.

“Sono molto felice per la carriera che ho fatto perché l’ho fatto all’Inter – ha dichiarato lo stesso Zanetti – Amo questi colori da quando sono arrivato in Italia. Rappresentare questo club è un onore. I momenti più belli della carriera? Sono tanti. Il mio cuore però è tutto nella notte di Madrid, quando abbiamo sollevato la Champions League. Essere il capitano e vedere i nostri tifosi felici è stato indimenticabile. I momenti da cancellare invece sono quelli che ti fanno diventare più forte. Per saper vincere bisogna saper perdere”.

Zanetti è stato una bandiera dell’Inter. E ieri, un’altra bandiera, ha salutato la ‘sua’ Roma. “Anche io, come tutti, mi sono emozionato di fronte alle immagini del saluto di Francesco Totti. C’era grande emozione in lui e lo capisco, ho vissuto la stessa cosa tre anni fa. Se fosse per noi abbracceremmo tutti i tifosi, uno ad uno. E’ un campione immenso, ha dato tutto per la Roma”.

E ieri c’è stato anche il finale emozionante di campionato, con il secondo posto dei giallorossi ed il terzo del Napoli. “Il podio è giusto, perché sono le squadre che hanno giocato meglio. Il Napoli mi è piaciuto. Il modo di giocare di questa squadra è sotto gli occhi di tutti. Faccio i complimenti alla squadra e a Sarri, hanno fatto vedere un gran gioco di squadra”.

“Se ho mai pensato di fare l’allenatore? No, sinceramente no – spiega Zanetti – Uno lo deve sentire. Quando ho smesso di giocare a calcio subito mi sono messo a studiare per ricoprire un ruolo come quello attuale da vicepresidente. Seguo tutti i progetti internazionali per lo sviluppo del brand. Mi piace farlo, continuerò a crescere. E’ importantissimo per me poter rappresentare l’Inter. La cosa più importante è esser ricordato come uomo. I calciatori passano, ma il rispetto no. Ogni volta che vado in uno stadio, in qualsiasi parte del mondo, sento l’affetto della gente”.