Workaholic, gli studi da Guardiola e l’amore spasmodico per il sud: cinque curiosità su Roberto De Zerbi, nuovo allenatore del Palermo
Ingresso sul campo in tuta, sguardo rivolto verso il basso, un cenno d’intesa alle curve, per poi schierarsi davanti la panchina, a cui, però non rivolge nemmeno un’occhiata. Braccia conserte, quasi per ostentare tranquillità e fiducia. Praticamente un attimo, non di più. Alla prima linea di passaggio sbagliata, o al primo movimento errato, Roberto De Zerbi comincia a evolversi. E’ solo il suo capello gelatinato a rimanere intatto. La sua voce comincia a scaldarsi, le grida arrivano fino alla tribuna stampa. Dal primo all’ultimo minuto si agita, si sbraita e non c’è quarto uomo che tenga. E’ fatto così lui, mai domo. Sempre e rigorosamente sul pezzo. Eppure si è quasi increduli a vederlo così poco composto, viste le sue elegantissime performance da calciatore: un vero numero 10 mancino, che si è concesso anche il piacere di assaggiare la Champions League. Una soave musichetta quella della coppa con le grandi orecchie. Soave come il pubblico del Barbera di Palermo, pronto ad accoglierlo dopo l’addio di Ballardini.
IL SOPRANNOME – le sue immense caratteristiche tecniche e la sua eccezionale visione di gioco da calciatore gli valgono un nickname che a Foggia gli hanno affibbiato con una certa facilità: per tutti, infatti, Roberto De Zerbi è la “Luce“. Luce per le sue qualità tecniche espresse da calciatore agli ordini di Pasquale Marino e luce per aver riportato nella città pugliese la voglia di calcio e il grande pubblico allo stadio, che in città mancava praticamente da tempi di Zemanlandia.
ESPERIENZA IN ROMANIA E DEBUTTO IN CHAMPIONS – Dopo tanti anni passati in Italia, per Roberto De Zerbi – a fine carriera – si sono aperte le porte della Romania con il Cluj – allenato all’epoca da Andrea Mandorlini -, con cui ha vinto un campionato nazionale e una coppa di lega. E non solo: nella stagione 2010/11, De Zerbi ha disputato anche la Champions League, in un girone super affascinante con il Bayern, la Roma e con il Basilea.
FATTORE SUD – Se ci fosse una palma di settentrionale (bresciano di nascita) più meridionale che ci sia da assegnare, spetterebbe a lui di principio. Ebbene si, perché De Zerbi ha sempre giocato o allenato in piazze del sud. E tutte super calorose. Su youtube c’è anche il video di una sua intervista dove prova a destreggiarsi in foggiano. Avellino, Catania, Napoli e Foggia, per l’appunto. Quattro città, Quattro piazze calorosissime proprio come Palermo, per cui il neo allenatore rosanero non dovrebbe avere grossi problemi ad ambientarsi in un posto come il capoluogo siciliano.
A LEZIONE DA GUARDIOLA – Nelle sue conferenze post partita non ha mai voluto parlare di Tiki Taka da rambla barcelloniana. Piuttosto, l’idea di calcio di Roberto De Zerbi è quella di coprire il campo in maniera totale, dove tutti possono fare tutto. Un concetto che ricorda il calcio totale olandese a cui lo stesso Guardiola si è ispirato. A tal proposito, De Zerbi ha studiato da vicino l’allenatore catalano, andando a seguire i suoi allenamenti personalmente, prima a Barcellona, poi a Monaco di Baviera.
FILOSOFIA DI VITA E DI CALCIO – Quello che gli inglesi definirebbero come “Workaholic“. E’ così Roberto De Zerbi, un pò testardo ma terribilmente ossessionato dalla voglia di vincere e di farlo con il bel gioco. Pochi sorrisi, ad esempio, dopo la vittoria di Coppa Italia di Lega Pro con il Foggia lo scorso aprile. Quasi come non ci fosse il tempo per festeggiare, perché l’obiettivo era un altro. Il primo ad arrivare agli allenamenti e alla partite, l’ultimo ad andarsene. A fine partite allo Zaccheria, dopo la conferenza, si concedeva a tutti i tifosi, almeno per una mezz’oretta. Un cuore grande e una testa calda. Voglia di vincere e di divertire, Roberto De Zerbi e il Palermo, un matrimonio che potrebbe durare a lungo.