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Wenger 811: è l’allenatore più presente della storia della Premier League

Giornata di festa in casa Arsenal, nonostante l’obiettivo di riportarsi immediatamente a -1 dalla zona Champions League sia stato fallito nella gara di chiusura del 2017 in casa del West Bromwich Albion, dove all’ultimo respiro Jay Rodriguez ha fissato il risultato sul definitivo 1-1. Oltre all’importanza della sfida delle 17:30 strettamente legata all’attualità dei Gunners, buona parte dei riflettori erano comunque puntati sull’uomo che siede sulla panchina degli ospiti, quell’Arsène Wenger che con la 21^ giornata di campionato si ritaglia un posto nella storia ancora più grande di quanto abbia già fatto in precedenza. L’allenatore francese, infatti, raggiunge con il pareggio odierno la sua personale panchina numero 811 in Premier League, superando un record già impressionante come quello stabilito da Alex Ferguson, fermo a 810 gare ormai dal 2013, anno del suo ritiro. Come è però solito fare quando si parla di leggende di questo sport, il destino ha deciso di mettersi in mezzo più di quanto ci si potesse immaginare: se con 22 stagioni all’attivo disputate da allenatore dell’Arsenal si poteva considerare solo una questione di tempo il sorpasso ai danni di Sir Alex, ad arricchire questo storico evento si aggiunge la data in cui tutto questo ha avuto luogo. Il 31 dicembre oltre ad essere già di suo una cornice particolare per il nuovo record stabilito da Wenger, con buona parte del resto del mondo in fremente attesa del conto alla rovescia che ci porterà nel 2018, coincide proprio con il compleanno dell’eterno rivale Ferguson, che vedrà strappato via il suo primato nel giorno in cui spegne 76 candeline.

L’ormai guida tecnica per antonomasia della squadra del Nord di Londra ha segnato più di due decadi di calcio inglese, costruendosi un palmares con cui in pochi possono rivaleggiare, conquistando per 7 volte sia la FA Cup che il Community Shield oltre a tre titoli di campione d’Inghilterra, di cui due nell’era degli Invincibles. A tutto ciò si aggiungono i riconoscimenti individuali come la nomina ad allenatore dell’anno nel 1998, quella a Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico nel 2003 e soprattutto l’aver gestito un numero smisurato di stelle che hanno incantato il calcio mondiale: da Bergkamp a Özil, da Vieira a Fabregas, da Henry a Sanchez.

Vincenzo Florio