Walukiewicz in nazionale? L’agente Branchini: “Sì, ci aspettiamo la chiamata”
La crescita di Walukiewicz, l’obiettivo Europeo e lo sviluppo del calcio in Polonia: le parole di Giacomo Branchini a Gianlucadimarzio.com
“Prima di tutto, ma davvero, c’è il rapporto umano”. Non è mai facile riuscire a parlare con la famiglia Branchini: sono agenti da una vita, di quelli vecchio stampo. Che un giocatore lo prendono sotto la loro ala, lo fanno crescere, lo valorizzano. Parliamo di un gruppo che ai tempi lavorò per Guardiola al Bayern Monaco: fu il capolavoro di Giovanni Branchini, che ora, tra gli altri, cura gli interessi di Allegri. “Ma a noi piace costruire qualcosa”, ed è bello vedere la passione che trasmettono quando parlano di giocatori che si stanno affermando, non già affermati. O a posteriori sarebbe troppo facile.
“Prendi Walukiewicz”, dice ai microfoni di Gianlucadimarzio.com Giacomo Branchini. “È arrivato a Cagliari nel 2019 dalla Polonia un po’ come oggetto misterioso, mentre ora in Serie A è una certezza”. Con un obiettivo più che concreto: giocare gli Europei con la sua nazionale.
“Se ci aspettiamo la chiamata? Sì”, risponde l’agente del giocatore, “perché sta dimostrando di essere affidabile e con rendimento costante. E visto il grande lavoro che sta facendo il ct Probierz, che vuole creare un gruppo competitivo, prendendo i giocatori che si stanno mettendo in mostra ad alti livelli, penso che un giocatore come Sebastian rientri in quei parametri”. In effetti, dati alla mano, il polacco classe 2000 è cresciuto tantissimo: 70 partite in Serie A e la capacità, dimostrata quest’anno con Nicola in panchina, di saper giocare a tre e a quattro.
Walukiewicz, l’obiettivo Europeo e la crescita del calcio in Polonia
Una personalità cresciuta nel campionato italiano che ha chiaramente attirato l’attenzione del commissario tecnico. “Siamo molto contenti della sua crescita, ci abbiamo creduto tanto”: è arrivato a Cagliari grazie ai buoni contatti con la società sarda, e proprio il gruppo aveva favorito il passaggio a Empoli. “Una piazza che è abituata a valorizzare e far crescere i giocatori. E lo sta dimostrando anche con Sebastian, perché decise di prenderlo dopo un lungo infortunio a Cagliari. Abbiamo scelto un grande specialista per operarlo e farlo riabilitare, e siamo contenti del risultato”.
Seguire il giocatore passo passo: questo è l’esempio. E non è un caso che ora Walukiewicz sia nel giro della nazionale. Un po’ come Filip Marchwinski, che gli appassionati di calciomercato ricordano di sicuro quando era stato accostato al Torino. “Anche lui sta dimostrando una crescita incredibile al Lech Poznan, una piazza che non è per nulla facile: ha un livello di pressione molto alto”, spiega Branchini a proposito del trequartista classe 2002, che, non nasconde l’agente, “ha veramente tante richieste da club europei importanti. E non solo dall’Italia”. Futuro da scrivere, con una certezza: “Questo calcio polacco è in grande crescita, noi ci puntiamo molto”.
Da oltre sei anni, infatti, i Branchini lavorano in partnership con Tomasz Suwary, agente leader del calcio nazionale: “Un network importante per far conoscere i giocatori anche all’estero”. E non sono pochi. “Mi piacerebbe citare due calciatori soprattutto: Filip Rejczyk, centrocampista centrale classe 2006, che si sta dimostrando un talento assoluto e già gioca in prima squadra al Legia; Michal Gurgul, coetaneo di Rejczyk, terzino sinistro titolare nel Lech Poznan”. La squadra di Marchwinski.
“In realtà ce ne sono tanti altri”, continua Branchini, “ma per ora preferisco non parlarne. Perché il nostro obiettivo è farli crescere, lavorare con loro passo dopo passo. Ci riteniamo agenti, non business man: la monetizzazione è ovviamente il nostro lavoro, ma è una conseguenza di un network come questo con Suwary, con cui siamo legati non soltanto da un rapporto professionale, ma da una stima che va ben oltre il semplice lavoro. E anche grazie a questo legame stiamo avendo tante soddisfazioni”.
Un altro esempio? Mateusz Praszelik, classe 2000 di proprietà dell’Hellas Verona ma ora in prestito al Cosenza. “Si è dovuto reinventare molto, perché era arrivato in Italia quando a Verona c’erano D’Amico e Tudor. Poi è cambiato tanto, ha avuto meno spazio ma non ha mai smesso di lavorare: ha scelto Cosenza perché ha trovato un direttore sportivo come Gemmi che ha dimostrato di credere in lui, e lo ringrazio di questo. Per Mateusz era chiaro quanto potesse essere formativo trasferirsi lì, si è reinventato il ruolo di play, che per un trequartista non è mai semplice, e sta giocando con grande regolarità. Penso che presto lo rivedremo in Serie A”, dice.
Se lo aspetta, Branchini, proprio come Walukiewicz in nazionale. Passo dopo passo, crescita continua. Valorizzazione a 360 gradi.