Vincenti in campo perché unite nello spogliatoio. La Juve femminile racconta lo scudetto
La Juventus femminile è tornata al lavoro, sul campo. Divisa da allenamento e al collo una medaglia. Sono diventate Campionesse d’Italia meno di una settimana fa, ma davanti ai giornalisti quella medaglia non la lasciano un secondo: rispondono facendola girare tra le dita.
La prima a tracciare un bilancio dell’incredibile Annozero delle bianconere è Martina Rosucci, centrocampista classe ’92. “Per me vincere lo scudetto con la maglia del cuore è un’emozione incredibile, neanche pensabile nei miei sogni. E abbiamo vinto con una squadra creata ad agosto. E’ vero, sono state acquistate tante giocatrici forti, ma la differenza non la fanno mai i singoli. La fanno il team, lo staff e lo spirito di gruppo. Ce lo siamo meritate”. Juventina fino al midollo ma rispettosa delle avversarie, che per sei anni sono state le sue compagne: “Sono legatissima a Brescia; all’ambiente, alla società e alle ex compagne. All’andata, al Club Azzurri dove ho giocato sei anni, mi sono passate per la testa tante cose. Ma è stato bellissimo scherzare tra di noi come se indossassimo la stessa maglia”.
C’è un’altra bianconera nella Juve femminile, che però ha vissuto il finale di stagione in ansia costante: Martina Lenzini, 19 anni, difensore. “Mi è esploso il cuore. Durante i rigori avevo talmente paura che sono stata in disparte, lontana dalle mie compagne. E’ stato un testa a testa faticoso col Brescia, che ha ricreato una squadra fortissima nonostante le tante partenze. Ma alla fine abbiamo vinto noi”.
Giocano insieme da agosto ma si sentono già parte di un gruppo e consapevoli che la società ha dato loro tutto quello che serve per costruire un futuro solido e vincente. Anche chi viene da lontano come Sanni Franssi, attaccante classe ’95 della Juve e della Nazionale finlandese, sente di essere nel posto giusto al momento giusto: “Mi mancano gli amici e la famiglia ma a Torino sono molto felice. Abbiamo giocato una prima stagione incredibile, conclusa con lo scudetto. Ora sarà interessante capire come ci comporteremo in Champion’s League. Ma sono fiduciosa che anche in una competizione internazionale potremo andare lontano. Riguardo all’Italia, mi piacciono le persone, che sembrano sempre piene di energie, l’ambiente in cui faccio il mio lavoro e poi il cibo. Che è meraviglioso”.
Vincenti sul campo perché unite nello spogliatoio. E’ questa l’arma vincente della Juventus. E non è un caso se Campioni e Campionesse d’Italia, indossano la stessa maglia.