Il Milan, la nostalgia di casa e la chiamata da Gibilterra. Vigolo: “Ora qui sto bene”
Gli anni in rossonero, la D, l’Eccellenza in Veneto e la chiamata da Gibilterra. La nostra intervista a Vittorio Vigolo
“Com’è il tempo in Italia? Qui continua a piovere da giorni, ma va un pochino meglio”. A parlare ai nostri microfoni è Vittorio Vigolo, ex calciatore delle giovanili del Milan, ma da 3 anni… a Gibilterra. Proprio quella Gibilterra lì, dove la leggenda voleva che fossero situate le “Colonne d’Ercole” sfidate e superate dal celebre eroe della mitologia classica. Un territorio antico, crocevia di popoli e culture: un mondo sospeso tra mare e terra, conteso nella storia tra Spagna, Inghilterra e ancora prima – nel ‘700 – preda di conquista degli arabi in risalita verso la penisola iberica.
Il calcio a Gibilterra, il cuore in Italia. La nostalgia di casa: i sogni d’Europa. Questo è il viaggio di Vittorio.
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Inizi e ripartenze
“Io ho fatto qualche anno al Milan”, inizia così la nostra chiacchierata con Vigolo. Un ragazzo di 24 anni nato in provincia di Vicenza, attaccante, da sempre col sogno del pallone. “Sono stato in rossonero fino all’Under 19, nella stagione 2018/2019. Quell’anno ero in scadenza di contratto, e avrei dovuto rinnovarlo per altri 5 anni. Alla fine lo riscattai solo per un’altra stagione, e dopo il mio procuratore mi mandò al Rende (squadra di Serie C calabrese, ndr)”.
Dopodiché, per Vittorio, la Serie D con la Virtus Bergamo. “Nel frattempo avevo risolto il contratto con il Milan, e dopo l’avventura con la Virtus (dicembre 2019-agosto 2020, ndr) sono stato prima al Fano e poi al San Luca, sempre in Serie D. Qui ho fatto gol alla prima di campionato contro l’Acireale, e poi non ho più mai giocato una partita intera per 90 minuti. Il mio desiderio, però, non era giocare tra i dilettanti…”. Sogni troppo grandi per stare dentro a un cassetto.
Nostalgia di casa
È l’estate del 2021, e Vigolo viene messo alla prova: “Sono stato in ritiro estivo col Foggia in Valle d’Aosta. Ero in prova, ma alla fine della preparazione ho firmato il contratto. Mi sono però svincolato a gennaio, e poi sono andato al Carpi…”.
Da qui, si legge negli occhi di Vittorio una strana ed evidente malinconia: “Gioco la prima di campionato contro il Prato, faccio gol, ma poi non sono mai più sceso in campo. Volevo tornare a casa, avvicinarmi alla mia famiglia, iniziare a lavorare. E così ho fatto”. Vigolo, a 21 anni, finì per giocare per il Cornedo, squadra del campionato d’Eccellenza veneto e a due passi da casa sua. “È stata la scelta più sbagliata che io potessi fare”. Poi, però, una chiamata che gli cambiò la vita.
Da Cornedo… a Gibilterra
“Dopo un po’ che ero lì e avevo iniziato a lavorare mi squilla il telefono: erano le prime chiamate da Gibilterra. Mi chiamò Michele Di Piedi, (allora allenatore dell’Europa FC e con un passato da calciatore tra Cipro, Inghilterra, Indonesia e proprio Gibilterra, ndr). Io inizialmente non volevo andare, volevo restare a casa…”. Poi, la proposta dell’allenatore: “Se cambi idea, puoi venire quando vuoi”.
E allora è da lì che Vittorio ha iniziato il suo viaggio verso sud ovest: giù di oltre 2000 chilometri da Cornedo (provincia di Vicenza), con destinazione Gibilterra ed Europa FC. “Mi hanno detto che era una delle migliori squadre di questo campionato, avevano ragione. Siamo arrivati a giocare i preliminari di Conference, è stato bellissimo. Qui c’è chi ha giocato in Liga, chi in Canada, chi ha fatto la Libertadores. Tutti i club sono di livello, anche se non sembra. Ci si gioca l’Europa su palcoscenici importanti. Il calcio e il campionato sono bellissimi: siamo 11 squadre, giochiamo tutte le partite nello stesso stadio (Europa Point, ndr). Se guardi bene, oltre il mare, si vede anche il Marocco sullo sfondo…”.
Poi, alla fine, “Qui, ora, sto bene”. Esclama Vittorio scandendo bene ogni parola col sorriso in volto. “Tornare in Italia? Sì, ma sono qui da 3 anni”. “Qui, ora, sto bene”.