Vicenza, Pastorelli: “Se non ci salviamo abbandono la nave”
Ventesimo posto in classifica, un punto indietro rispetto alla zona play-out. Così non va in casa Vicenza, dopo che nella scorsa stagione i biancorossi erano arrivati ad un passo dalla Serie A. Oggi a parlare è l’imprenditore Pastorelli, presidente di Vi.Fin., la società in procinto di acquistare il club, ai microfoni di Tva: “Un anno fa, quando la squadra era terza in classifica, mi dissero che non c’erano più risorse e che non potevano più andare avanti. Avevo deciso di investire in un’altro campo, qualcosa da lasciare alla città, ma ho deciso di dare una mano al calcio. Se ci ripenso mi vengono i capelli dritto. Non pensavo fosse così difficilmente gestibile, c’erano dei debiti che sono aumentati in modo esponenziale. Ci saremmo fatti carico di tutto a patto che la squadra mantenesse la categoria e le cose sono iniziate ad andare male”.
Quindi l’avvertimento: “Sono disposto a lasciar perdere la parte tecnica, come la questione allenatore. Ma se il Vicenza non dovesse rimanere in Serie B abbandonerò la nave. Sarò l’ultimo a farlo, non come Schettino, ma la abbandonerò”. Qualche battuta anche sul possibile cambio di direttore sportivo: “Non ho mai proposto nulla, ma nel caso in cui dovessimo acquistare il club ho in mente di cambiare perché insoddisfatto del modus operandi adottato fino ad ora. “.
E un retroscena sul mercato: “Sono intervenuto due volte, senza porre nessun divieto. Secondo me Cocco era da vendere e così è stato fatto, con Raicevic ero convinto non ci fossero i presupposti. Ed è restato. Questa società ha molti debiti, non possiamo mettere a rischio la salute dei soci esercitando l’opzione di acquisto senza la conferma di rateizzazione dell’Iva. La tempistica dipende dall’Agenzia delle entrate. Aspetteremo fino ad aprile, se il Vicenza si starà giocando la salvezza procederemo e pagheremo gli stipendi, se sarà ultimo senza margini di miglioramento rinunceremo. Non possiamo buttare via i soldi: questo deve essere un incentivo per i giocatori, devono lottare. Hanno in mano le sorti della società”.