Vicenza, ci vogliono… fisico bestiale e autostima! La cura Lerda per la salvezza: “Ebagua? Nei dilettanti faceva il difensore”
Dammi tre… parole. “Entusiasmo. Passione. Grinta”. Per un solo obiettivo. “Voglio che il Vicenza resti in Serie B”. Non diciamolo troppo forte, manca ancora un po’. “Non sono mica scaramantico sai, tranquillo”. Della cabala se ne frega altamente, Franco Lerda. In esclusiva su gianlucadimarzio.com. “Guardo i punti, a me interessano quelli: e per ora ci stanno dando ragione”. Tre risultati utili consecutivi, una sola sconfitta in quattro partite e salvezza che si sta avvicinando per davvero. E per fortuna del Vicenza. Situazione totalmente capovolta rispetto a qualche settimana fa. “Quando sono arrivato si vedeva tutto grigio”. Nonostante momenti bellissimi (una quasi Serie A!) con Marino allenatore, quest’anno la squadra era arrivata a non vincere una partita per circa due mesi, dalla trasferta di metà gennaio contro Perugia. Un eternità. E zona rossa che sembrava ormai realtà. “Il mio staff ed io siamo entrati in corsa e dovevamo subito dimostrare, migliorare la classifica all’istante”. Come fare? Punto primo: serve un… fisico bestiale. “I risultati li raggiungi se hai una condizione fisico/atletica buona. Questo in tutte le categorie ma in B devi correre il doppio e bene”. Quindi? “Abbiamo fatto tre settimane intense di lavoro, con doppie sedute. Due giorni alla settimana facciamo il doppio allenamento, mattina e pomeriggio”. Punto secondo: l’autostima. “Moralmente la squadra stava male, a terra. Abbiamo cercato di ricreare autostima anche con dei colloqui, di gruppo e individuali”. Il primo con capitan Brighenti. Poi tutto il resto della squadra, a seguire. “Volevo conoscerli, capire il loro stato d’animo, la loro situazione psicologica e fisica. Volevo che loro capissero il mio modo di ragionare, il mio stile di lavoro”. Regole abbastanza rigide, serietà, impegno costante. “Dobbiamo pensare a preparare bene le partite, anche fuori dal campo. Mantenere un atteggiamento consono alla nostra professione”. E lui dà l’esempio, a modo suo. “Io vivo in albergo e mi concentro al massimo su quello che devo fare: studio la mia squadra, i rivali, la formazione, tutti i dettagli possibili…”. E la tua famiglia? Conversazione che per un momento si stacca, la voce di Franco si fa più dolce. “Mio figlio Filippo studia Giurisprudenza, l’altro – Mattia – gioca a calcio in una formazione locale vicino casa: durante il giorno aiuta mia moglie in un negozio d’antiquariato, a Cuneo. La sera si allena”. Quel pallone che rotola resta una costante. Un po’ come i gol di un Ebagua arrivato a gennaio un po’ in silenzio, ma ora grande protagonista di questa risalita.“Era l’unico giocatore con cui avevo già lavorato!” mi puntualizza mister Lerda. Che poi racconta un aneddoto curioso: “Ci siamo conosciuti in Interregionale: io allenavo, lui faceva… il terzino sinistro! Oppure il centrale di difesa. Quell’anno facevamo fatica a segnare così intravidi in lui delle buone potenzialità da attaccante. Da ottobre a novembre segnò una dozzina di reti!”. Che sorpresa! Ruoli totalmente capovolti, la carriera di un ragazzo totalmente cambiata… in meglio. “Ebagua non aveva mai fatto l’attaccante prima di quell’anno: è stato bravo a migliorarsi e mantenersi a certi livelli”. Gli addenti cambiano, il succo resta sempre quello nella testa del mister: “Quando ci credi davvero che alla fine riesci ad ottenere quello che vuoi”. Non diciamolo troppo forte, ma la strada è quella giusta. Per vedere un Vicenza salvo e ancora in B, anche l’anno prossimo.