Un viaggio infinito per raggiungere la Bombonera senza riuscire a vedere Boca-River
Una partita che ha il potere di mobilitare l’intero mondo del calcio, di generare aspettative e tensioni inimmaginabili, di creare un’attesa diventata ancora maggiore dopo il rinvio causa maltempo. È Boca-River, è il SuperClasico, la finale della Copa Libertadores di cui tutto il mondo parla. Un confronto che porta con sé alcune storie nella storia come quella di Isamu Kato: un tifoso del Boca diventato (suo malgrado) protagonista dopo il rinvio della partita nelle scorse ore.
Nonostante la grande distanza da casa sua, Isamu non aveva alcuna intenzione di perdersi la partita tra la sua squadra e il River, così in settimana è partito dal Giappone ed è rimasto in viaggio per 33 ore prima di raggiungere Buenos Aires. Troppo grande la voglia di osservare dal vivo una delle partite più belle del pianeta che verrà ricordata degli anni. Il problema è che poi le cose sono andate diversamente.
Ottenuto il permesso dal capo, spesi 2400 dollari per il viaggio, lo scalo in Qatar e l’arrivo in Argentina, poi… Il cambio d’orario e la decisione di rimandare la partita di poco meno di 24 ore. Come fare, considerando che Isamu doveva tornare a casa nella notte tra sabato domenica – ora italiana? Kato ha dovuto rinunciare al suo sogno, perché ad attenderlo c’erano le altre 33 ore del viaggio di ritorno. Niente partita, niente serata magica alla Bombonera per tifare il suo Boca. Giusto un veloce passaggio allo stadio in cui si sono comunque radunati ieri i tifosi xeneises.
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Nulla di nulla, solo la beffa di un viaggio infinito alle spalle e di uno altrettanto lungo da affrontare senza essere riuscito a partecipare all’evento più atteso di questo weekend e forse dell’anno intero. La storia di Kato ha fatto il giro del mondo, così come i vari tweet pubblicati che documentano il suo viaggio della speranza senza lieto fine. Ma nonostante la delusione Isamu sembra comunque aver preso piuttosto bene il cambio di piano. Grazie al suo amore per il Boca, la squadra che purtroppo per lui dovrà tifare da casa. O meglio, da qualche parte durante il lunghissimo viaggio di ritorno in Giappone.
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