Viaggi, vini e un sogno speciale. Castiglia si racconta: “Nedved, la Champions e il maestro Sarri. E che famiglia la mia Pro”
Una data impressa in maniera indelebile nella memoria: 27 gennaio 2008. Stadio Armando Picchi, Livorno. Minuti finali di una gara che la Juventus ha ormai già vinto (3-1, doppietta di Trezeguet e gol di Del Piero ndr): Claudio Ranieri si gira verso la panchina e chiama quel ragazzino con il numero 36 sulle spalle “tocca a te, forza”. “Entrai al posto di Nedved! Puoi immaginare cosa significò per me, tifoso bianconero fin dalla nascita così come tutta la mia famiglia? Incredibile, speciale”. Si emoziona ancora oggi, Luca Castiglia. Anche se di anni dal giorno in cui esordì in Serie A ne sono passati quasi 10. E ragazzino non lo è più. “Ma nemmeno vecchio, eh”, risata. “Diciamo che ho l’età giusta (classe 1989, ndr) per continuare a sognare”. Cosa? Neanche a dirlo. “Dopo l’ingresso in campo con il Livorno, giocai nell’ultima di campionato a Marassi contro la Sampdoria: io vivo alla giornata, non mi aspetto nulla e so bene che più passano gli anni più il sogno si affievolisce. Ma non ti nego che tornare a giocare in Serie A…”. Piedi ben saldi per terra e sguardo proiettato al presente, all’amata Pro Vercelli. “Dopo un inizio così così, adesso ci siamo ripresi”. Già, vittoria per 5-1 sul Perugia con doppietta di un numero 10 niente male. “Bella emozione, sì – racconta Luca Castiglia in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com – la Pro Vercelli è una grande famiglia, con una società seria. Abbiamo cambiato tanto, anche allenatore. Mister Grassadonia è proprio una bella persona: trasparente, preparata, con concetti di gioco ben chiari. Nella gestione del gruppo poi è un maestro, mi ricorda molto Maurizio Sarri in questo”. Si sì, proprio lui. Ma su questo ci torneremo più avanti…
La Champions, i consigli di Nedved e il Bernabeu ai piedi di Del Piero
Nastro dei ricordi che si ferma su un’altra data indimenticabile, 10 dicembre 2008. Torino, stadio Olimpico. Flashback bianconero. “Entrai anche questa volta al posto di Nedved, sempre nei minuti finali”. Altro esordio, questa volta in Champions League, avversario il Bate Borisov. “Tremavo già in panchina solo ad ascoltare la musichetta”. Castiglia però va oltre: “Ti sembrerà strano, ma una delle emozioni più grandi l’ho vissuta in… tribuna. Ricordi quando il Bernabeu si alzò in piedi e applaudì per alcuni interminabili minuti Del Piero? Io ero lì con la squadra. Convocato, ma in tribuna. Fu bellissimo”. Ammirazione speciale per Alex: “Quando mi allenavo con la Prima Squadra, appena potevo passavo subito la palla a lui. Del Piero, Buffon, Nedved: che fenomeni!”. A proposito del ceco: “Fuori dal campo era bravissimo – racconta Castiglia – ma durante gli allenamenti pretendeva tantissimo da tutti, compresi noi giovani. Non ci sgridava mai, ma ci faceva capire che bisognava sempre dare il massimo”.
“Sarri? Di un altro pianeta. E sui cambi…”
A proposito di professionisti esigenti… Castiglia sorride, capisce subito che l’argomento che andremo ad affrontare è a lui molto caro. “Maurizio Sarri, vero? Un altro pianeta, non penso ci sia descrizione migliore”, racconta il numero 10 della Pro. Che prima di arrivare a Vercelli ha girovagato tra Serie C e B, con tappa speciale ad Empoli. “E in panchina c’era proprio lui… che dire: persona colta, preparatissima su ogni argomento non solo calcistico, sempre con la battuta pronta. Mai visto un allenatore gestire il gruppo come lui. I suoi allenamenti erano innovativi, maniacali: ore ed ore a provare schemi su palla inattiva, però poi in campo ci rendevamo conto che quelle cose riuscivano eccome”, racconta Castiglia. Che poi svela: “Hai notato sì che lui fa praticamente quasi sempre gli stessi cambi? Ecco lo faceva anche allora, io spesso ero il dodicesimo, ma ero felice di quel ruolo. Unico rimpianto aver saltato gli ultimi due mesi della stagione per infortunio”, ammette Castiglia.
Viaggi, vini e quel sogno speciale
Dai grandi maestri come Ranieri a Sarri, fino a compagni di squadra come Del Piero e Nedved: ma cosa è mancato a Castiglia per la definitiva esplosione? “Forse avrei dovuto credere di più alle mie potenzialità”, la risposta senza nemmeno pensarci troppo. Ma in Luca Castiglia non c’è tempo per i rimpianti. Ragazzo solare, sorridente, innamorato. “Lo scorso 18 giugno mi sono sposato con Sandy, sono la persona più felice al mondo”. E con la passione per i viaggi e la fotografia. “Viaggio di nozze in macchina in America: il massimo, credimi. Poi Bora Bora, un paradiso. Prossima destinazione? Sudafrica”. Valigia pronta dove trova sempre posto una buona bottiglia di… vino. “Lo ammetto, è l’altra mia grande passione: degustare del buon vino è una cosa che adoro”. E allora cin, brindisi speciale: “Ad una annata tranquilla con la Pro”. E a quel vecchio sogno chiamato Serie A ancora lì, a portata di mano.