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Verona, Delneri: “Toni e Pazzini coppia da 40 gol: possiamo salvarci. Juventus? Impossibile da rifiutare, non ho rimpianti”

Delneri-Juventus, le strade si rincrociano. Nel 2010 la grande occasione, i bianconeri puntano sull’allenatore di Aquileia per tornare grandi e investono sul mercato: Bonucci, Krasic, Quagliarella, Pepe, Martinez…Più di 50 i milioni spesi, ma le cose non vanno come previsto: “Eppure in autunno avevamo battuto a San Siro il Milan di Allegri – si legge sulle pagine de La Gazzetta dello Sport – che poi avrebbe vinto lo scudetto, e a metà dicembre eravamo secondi. Ci rovinò la partita col Parma, alla ripresa post natalizia: sconfitta, espulsione di Melo con squalifica di tre turni, infortuni di Bonucci e Quagliarella. In particolare pesò la rottura di “Quaglia”, che per il mio gioco era fondamentale: ad esempio, faceva “uscire” difensori avversari e permetteva a Krasic di involarsi in fascia. Si ruppe pure Iaquinta, che in quel periodo andava. A gennaio ci incartammo. Con un po’ di fortuna sarebbe andata meglio, la squadra era almeno da 4° posto”.

Rimpianti? “Lascai la Sampdoria portata in Champions, ,ma era impossibile rifiutare la Juve. No, non ho rimpianti. Ho fatto quel che dovevo. Ogni ricostruzione impone un prezzo da pagare, i cambiamenti portano con sé momenti difficili. Non penso di avere fallito, alla Juve, e con Agnelli, Marotta e Paratici sono rimasto in ottimi rapporti. Ogni tanto ci si sente per telefono e martedì allo Stadium li rivedrò volentieri. Me ne andai da Torino con amarezza e scoramento, ma il tempo ha riassestato i ricordi e oggi non covo rabbia né assurdi propositi di vendetta. E’ stato un onore allenare la Juve. Con i tifosi? Non ci siamo neppure conosciuti, è stato tutto troppo breve. Conte? Ha fatto il suo, a prescindere da me, e con giocatori nuovi e importanti, come Pirlo, Vidal e LichtsteinerKrasic con me disputò un’ottima annata: nove gol, una marea di uno contro uno vincenti, il costante miglioramento nella fase difensiva. Invito tutti a rivalutare quella stagione di Krasic. Il “mio” Martinez resta ingiudicabile: si infortunò subito, non riuscì a dimostrare nulla”.

Mercoledì 6, alle 15, appuntamento allo Stadium con i bianconeri. L’allenatore friulano indica la ricetta per mettere in difficoltà la Juve: “Aggressività e temperamento, però noi faremo quello che la Juve ci permetterà di fare. Saranno loro a lasciarci eventualmente qualcosa e noi dovremo essere bravi a raccoglierlo. Se ci vedrete spesso in fase difensiva, non sarà per nostra scelta, ma perché costretti. Non è nella mia natura allestire formazioni remissive. Toni e Pazzini assieme? Può darsi, non lo so ancora, però  anche Juanito Gomez è rientrato in gruppo. Toni e Pazzini formano una coppia da 40 gol potenziali, a me basterebbe che ne segnassero la metà. Sono bene assortiti, un duo da combattimento. Bravi in tutto e per tutto, non soltanto sui palloni alti, e con scorte infinite di esperienza. Due così fanno spogliatoio, danno coraggio ai compagni. Mi ricordano il tandem Toni­Matri che usai con successo alla Juve nel girone di ritorno”.

Possibilità di salvezza? “Se guardiamo la classifica sì, non abbiamo più del 30 per cento di chance salvezza, ma noi oggi ignoriamo la classifica. La squadra è molto più forte degli otto punti che ha. Se analizziamo i valori tecnici e caratteriali del gruppo, io dico che ci salviamo al cento per cento. Con me le prestazioni ci sono state: contro Empoli, Milan e Sassuolo abbiamo giocato bene e meritavamo più dei due punti ottenuti. Nel ritorno avremo tanti scontri diretti al Bentegodi. No, non è così impossibile come sembra”.