Venezia, Domizzi: “Ero sul punto di smettere, poi mi sono chiesto: ‘Che farò dopo?”
Domizzi, il difensore goleador. A Terni Tre punti d’oro per il suo Venezia, Maurizio c’è abituato a gonfiare la rete. Punizioni, ma non solo, perché al Liberati l’ex Napoli è stato decisivo un colpo di testa. “Ne ho fatti 36 in carriera: se mi lasci saltare da solo in area…” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport – “Battevo anche le punizioni, un po’ come Mihajlovic e Materazzi, che sono mancini come me. Con le punizioni però ho smesso e Inzaghi i rigori non me li fa calciare. Siamo la difesa meno battuta della B? È presto perfare considerazioni, ma è indubbio che abbiamo mantenuto la stessa organizzazione della scorsa stagione. Difendiamo bene di squadra e dietro abbiamo uomini più che affidabili per la categoria“.
Un giorno avversario, ora Pippo Inzaghi è l’allenatore di Domizzi: “È la prima volta che mi capita ed è un po’ strano. Inzaghi era sicuramente più fastidioso in campo che da tecnico. Da attaccante ti faceva penare. Lucarelli e Gilardino? Noi “vecchietti” siamo rimasti in pochi. Credo sia tutta una questione di stimoli: quando sei giovane vai avanti per inerzia e il fisico ti aiuta, a 37 anni devi lavorare tanto sulla mente. Nontutti se la sentono. Devo essere sincero, ero sul punto di appendere le scarpe al chiodo lo scorso anno. Ma non è facile dire basta, dopo 20 stagioni da professionista. Ti chiedi: “Che farò dopo?” Così, finché mi sento in grado di giocare, vado avanti“.
Griglia promozione: “Frosinone su tutte. Poi Empoli e Palermo e Occhio all’Avellino“. In chiusura d’intervista Domizzi parla della sua ex, il Napoli: “Da quando c’è Sarri ha sempre giocato un gran calcio, ora finalmente ha imparato a vincere anche le partite sporche. Può essere l’anno buono“.