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Varese – Como. Le due facce di un derby che torna dopo otto anni

Al Franco Ossola, ieri, c’erano le premesse per rivedere in campo e sugli spalti una sana rivalità per un derby che mancava da 8 anni. C’erano i numeri di Varese – Como che si sono incontrati 44 volte dal 1928 ad oggi (16 vittorie per i padroni di casa, 13 per i comaschi, 15 i pareggi). E poi i numeri dei tifosi, che aspettavano questo match da tempo e che in maggioranza, avrebbero voluto viverlo sotto il segno della sportività: 1680 biglietti venduti di cui 533 nel settore ospiti e 678 abbonamenti, per un totale di 2448 presenze. Le precauzioni prese dalla Questura (150 agenti schierati) testimoniano che la partita era considerata (a ragion veduta) “a rischio”. E così si è rivelata. Al quarto d’ora dal calcio d’inizio, le frange delle tifoserie più accese si sono scontrate nella “zona cuscinetto” lasciata vuota fra i settori e non presidiata dalle forze dell’ordine in quel momento. Botte, spjntoni, sassi e bombe carta. Poi l’intervento degli agenti in tenuta antisommossa che hanno riportato la calma. Il match si è concluso con la vittoria esterna del Como, per 1-0, firmato da Molino. Ma in giornate come quella di ieri, perdono tutti, in primis il calcio. Amarezza in casa di entrambe le squadre per le decisioni odierne del Giudice sportivo: per il Varese ammenda di 1.800 euro e una gara da disputare a porte chiuse con le seguenti motivazioni:

“Perché propri sostenitori scavalcavano le recinzioni che delimitavano il loro settore per entrare in contatto con la tifoseria avversaria, dando luogo a scontri che rendevano necessario l’intervento delle Forze dell’Ordine e la sospensione della gara per circa 4 minuti e introdotto ed utilizzato materiale pirotecnico (alcuni fumogeni)che veniva lanciato all’indirizzo della tifoseria avversaria. Sanzione così determinata in considerazione del materiale pirotecnico utilizzato a cagionare danni alla integrità fisica dei presenti”.

Per il Como, sanzione economica di 2.500 euro e una partita da disputare a porte chiuse con le seguenti motivazioni:

“Per aver scavalcato le recinzioni che delimitavano il loro settore per entrare in contatto con la tifoseria avversaria dando luogo a scontri che rendevano necessario l’intervento delle Forze dell’Ordine e la sospensione della gara per circa 4 minuti; introdotto ed utilizzato materiale pirotecnico ( 1 bomba carta) fatto esplodere nel settore ad essi riservato con forte deflagrazione e lanciato alcuni fumogeni all’indirizzo della tifoseria avversaria”.

Confidando che qualsiasi partita di qualunque campionato si giochi con l’atmosfera più serena, chi paga il prezzo più alto è come sempre chi vive il calcio nel modo più genuino, che in questo caso non potrà sostenere la propria squadra in casa nel prossimo turno.