Da Leicester all’Italia: Jamie Vardy, il “working class hero” pronto a scrivere un nuovo capitolo

Le fabbriche di Sheffield e l’indelebile eredità lasciata a Leicester: Jamie Vardy è pronto a prendersi Italia
“Io in Serie A? Chi lo sa, vedremo”. Era il 10 maggio 2024, giorno della promozione del Como in Serie A dopo 21 anni, e dagli spalti del “Sinigaglia” Jamie Vardy rispondeva così alla domanda su un suo possibile futuro in Italia.
Un piccolo spiraglio aperto che adesso è diventato ufficialmente realtà. Proprio così, perché il “working class hero”, che lo scorso aprile ha annunciato l’addio al Leicester dopo 13 stagioni, è arrivato in Italia. Non a Como, però, bensì a Cremona.
Vardy alla Cremonese. Una suggestione che ha preso sempre più quota, fino a realizzarsi. Il calciatore ha deciso di sposare il progetto grigiorosso e, da svincolato di lusso, è giunto in Serie A per un nuovo capitolo della sua leggendaria carriera.
Un colpo d’esperienza, che consente a Davide Nicola di avere a disposizione un attaccante dal lungo curriculum per centrare l’obiettivo stagionale della Cremonese: la salvezza.
Dalle fabbriche di Sheffield a Leicester: l’indelebile eredità di Vardy
Una vita costruita un gradino dopo l’altro, non senza difficoltà. “Lavoravo part-time e guadagnavo 30 sterline a settimana”. Ma il sogno del calcio è sempre stato vivido nella testa di Vardy. Da Sheffield, dove tutto è iniziato dando i primi calci a un pallone, a Leicester dove è diventato l’eroe. O forse, meglio dire il “Working Class Hero”.
L’arrivo nel 2012 tra le Foxes ha segnato un capitolo indelebile nella vita di Vardy e nel calcio d’oltremanica: un matrimonio durato tredici, lunghe, stagioni fatte di sogni, gioie e anche dolori. 500 le presenze, 200 i gol, per quell’operaio che aveva il sogno del pallone nel sudore dei turni di una fabbrica. L’arrivo per un milione di pound a Leicester e la consacrazione proprio sotto la guida di Claudio Ranieri. Fino a quel sogno che mai avrebbe pensato di raggiungere in vita: la vittoria della Premier League.
Un simbolo – perché definirlo una bandiera potrebbe suonare quasi riduttivo -, che ha cambiato per sempre la storia del Leicester e del calcio inglese in generale. Ma come tutte le storie d’amore, si arriva quasi sempre a una fine. O forse a un nuovo inizio. Con un lungo messaggio su Instagram, Vardy salutava così il club che lo aveva cullato e fatto diventare calciatore. “Il Leicester è stato la mia seconda casa, la mia vita per 13 anni. Voglio continuare a giocare e a fare ciò che mi piace di più: segnare“.

Vardy alla Cremonese, il bomber da Premier
E se a 38 anni per molti calciatori potrebbe arrivare il momento di dire basta, questo non vale per Jamie Vardy. Il capitolo dedicato al calcio di quel grande-piccolo operaio di Sheffield non ha certo intenzione di essere chiuso. E anzi, deve ancora essere concluso con altri appunti e un finale tutto da leggere. Perché Jamie è così, complice di una genuina passione coltivata nell’umile.
“Potrò avere 38 anni, ma ho ancora l’ambizione di raggiungere molto di più”. Nel libro di Vardy c’è spazio ancora per un altro capitolo e la Cremonese non vede l’ora di abbracciare l’eroe di Leicester sui campi della Serie A. La Premier League alzata nel 2016, la Mannequin Challenge dopo quel gol con l’Inghilterra, la bandierina arcobaleno spaccata in mille pezzi durante un’esultanza, le migliaia di RedBull bevute prima di scendere in campo. C’è chi non vede l’ora di vederlo in campo con la Cremonese e chi mente. Benvenuto in Italia, Jamie.