Il Genoa e la fornitura di Red Bull: i retroscena dell’arrivo di Vardy in Italia

Il nuovo attaccante della Cremonese avrebbe potuto vestire la maglia del Genoa. Ecco cos’è successo che ha cambiato le carte in tavola.
Jamie Vardy sarebbe potuto essere il nuovo attaccante del… Genoa. Tutto vero: la missione per portare l’ex centravanti del Leicester in Italia era iniziata con i rossoblù. Poi alcuni dubbi interni al club hanno portato il Grifone a defilarsi: così, la Cremonese si è inserita e ha vinto la corsa. Un vero colpo di mercato: Vardy aveva molte offerte, dall’Inghilterra e non solo. Il primo assist è arrivato direttamente dall’attaccante, che ha scelto di rifiutare tutte le proposte dal Regno Unito per rispetto nei confronti del suo Leicester.
Ad aiutare la Cremonese, poi, sono stati due sponsor di eccezione: Enzo Maresca, ex allenatore di Vardy al Leicester, e Dennis Wise, ex calciatore del Chelsea con un passato (recente) da dirigente del Como. “Jamie, Cremona è la piazza che fa per te”, un coro a cui Vardy non ha saputo resistere. Complice anche (e soprattutto) una telefonata con Davide Nicola. Due sguardi di fuoco, due carriere da underdog. Così diversi ma così simili, uomini di calcio e di imprese impensabili. È bastata un’ora per convincere Jamie.
Sistemata la famiglia con la ricerca della casa e di una scuola internazionale per i figli, restava un unico punto da chiarire: per giocare, Vardy ha bisogno di… una fornitura di Red Bull, al centro sportivo e allo stadio. Si scherza, ma neanche troppo. Quello tra Jamie e il energy drink del cuore è un rapporto che va avanti da sempre, gol dopo gol, dalla Non-League alla vittoria della Premier. E allora, Red Bull sia.
Da qui è stato solo amore: l’arrivo a Linate con l’accoglienza da re che gli hanno riservato i tifosi, le firme a Cremona, la presentazione al Museo del Violino (LA GIORNATA DI PRESENTAZIONE DI VARDY). Ora Vardy è pronto al debutto in Serie A: una nuova tappa della sua vita da underdog.
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