Valeri: “Un VAR deve essere asettico e ragionare per immagini”
L’ex direttore di gara e ora VAR Pro Paolo Valeri parla a Sky Sport della sua nuova professione
Da questa stagione, la 2023-2024, Paolo Valeri non sarà più un arbitro di campo, ma con Massimiliano Irrati si limiterà a lavorare davanti allo schermo del VAR nel ruolo di “VAR Pro“.
Alla partenza della nuova Serie A i “Video Match Officials” saranno ben 19: un sintomo della crescente importanza di questa figura. Intanto al termine del ritiro di Cascia, l’arbitro romano ha rilasciato un’interessante intervista al giornalista di Sky Sport Lorenzo Fontani.
L’intervista di Paolo Valeri a Sky Sport
“Dopo sedici anni di CAN, 225 partite, ho pensato fosse arrivato il momento di lasciare“, comincia Valeri. “Continuerò in un ruolo importante, dove ho maturato diversa esperienza negli anni, quindi sono pronto e carico per la nuova avventura“.
Poi sul ruolo dei Var Pro: “Siamo una squadra all’interno della squadra, perché quest’anno siamo 19. Un gruppo forte, importante e numeroso, che però lavoro a stretto braccio con gli arbitri. Da qui alla fine del campionato abbiamo già programmato dodici raduni, molti dei quali saranno svolti all’interno del gruppo degli arbitri. Il nostro è un compito di responsabilità, abbiamo a disposizione strumenti e risorse e pertanto siamo sicuri che faremo un ottimo lavoro“.
Valeri parla poi di come sia lavorare davanti al monitor: “Un VAR deve essere asettico. Personalmente, quando ho commesso degli errori è perché ho ragionato troppo da arbitro, con troppo istinto, senza magari analizzare bene un’immagine. Sappiamo benissimo ormai che ciò che vediamo in campo a volte è completamente differente da quello che poi le immagini riportano. Quindi un VAR dev’essere bravo a ragionare per immagini, ovviamente con una grossa conoscenza tecnica, sia calcistica che regolamentare“.