Valencia, Zaza: “Euro 2016? Non mi fa soffrire la Zaza dance, ma l’immagine di presuntuoso”
Simone Zaza sette mesi dopo. Seconda metà del 2016 da dimenticare per l’attaccante lucano, dal rigore sbagliato contro la Germania a Euro 2016 alla poco felice esperienza al West Ham. Zaza prova a spiegare i motivi che lo hanno portato a vivere un periodo da incubo:
“Londra? Una volta capito che sarei dovuto andar via dalla Juventus ho deciso di provare l’avventura all’estero” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Il West Ham era una delle squadre che più mi voleva. Rapidamente però non mi sono trovato bene sotto tanti aspetti: ambientale, culturale, allenamento, alimentazione. Non sto facendo la vittima, so benissimo che di mestiere faccio il calciatore e che guadagno tanto. Cerco solo di spiegare le cause di questo fallimento. Sapevo che avrei trovato delle difficoltà ma non pensavo potessero essere così tante. E non biasimo nessuno: il 99% della colpa è mia perché non sono riuscito ad adattarmi. Ero sicuro di farcela e invece probabilmente sono così attaccato alle mie abitudini, alle mie cose, ai miei punti di riferimento che mi sono perso e non ce l’ho fatta a ritrovarmi”.
Difficoltà di ambientamento: “Non stavo bene fisicamente. Ho fatto la preparazione con la Juve quindi ero ok. Arrivato lì ho trovato un metodo di allenamento differente: ci si allena meno, a volte le sessioni durano 40 minuti e quasi subito non mi sono sentito bene. Ho bisogno di allenarmi di più, di massacrarmi. Il problema è che gli altri la domenica andavano a mille. Io no. Volevo fare cose che mi vengono naturali quando sto bene e non riuscivo a farle. E diventavo matto. Perché non sono riuscito a svoltare? Me lo chiedo anch’io. Anche perché la mia storia dice che ce l’ho sempre fatta a ribaltare situazioni di difficoltà, come quando sono sceso in C1 a Viareggio e li la situazione era crudelmente chiara: o risali o resti li. Ce la feci, senza pensarci. Forse a Londra ci ho pensato troppo. E magari questa diversa attitudine personale ha finito per essere controproducente. Essere andato via in un certo senso da perdente mi dà fastidio. Mi rimarrà il pallino di questa storia che non è andata come speravo”.
A gennaio la scelta Valencia: “Già in ottobre inizio a ricevere chiamate da varie squadre. E dico a tutti di no perché voglio far bene a Londra. Fino a quando il West Ham dà la notizia che non mi avrebbe riscattato. Lì ho iniziato ad ascoltare le offerte. Visto ciò che stavo vivendo in Inghilterra avevo paura a cambiare ancora Paese, preferivo tornare in Italia, ma era molto complicato. Il Valencia è sempre stata la squadra che più mi voleva, e poi c’era Prandelli. Ho mostrato interesse e ho preso tempo. Volevo sapere come si vive qui. Tra gli altri ho sentito Nicola Sansone, che vive qui. Tutti mi hanno detto che è un posto meraviglioso. Ed è vero. È simile all’Italia. E poi a me dai mare e sole e mi fai felice, non ho bisogno d’altro. Improvvisamente, ecco che se ne vanno sia Prandelli che il d.s.: penso che la cosa sia finita. E invece si sono rifatti vivi”.
Seconda parte del 2016 da dimenticare? “È passato un anno, pieno di cose. Il 2016 per me è partito bene ma non è finito benissimo. Diciamo che la storia si è complicata già a metà anno. Rigore all’Europeo? Un problema che mi ha traumatizzato non poco. Se stiamo a pensarci altri 5 minuti m’innervosisco. Dopo l’Europeo sono stato proprio male: quest’estate ho perso tanto peso. La cosa che mi ha fatto più danno non sono stati i video, la Zaza Dance. Ora ci rido su. Giusto oggi con Mario Suarez ci prendevamo in giro, lui per il mio rigore e io per un gol a porta vuota che ha sbagliato 2 anni fa. A farmi soffrire è stata l’immagine sbagliata che si è fatta di me la gente, come se fossi superficiale o presuntuoso. Perché Zaza? Perché, e forse questo ci ha ingannato tutti, in quel mese di ritiro Zaza aveva tirato cento rigori e non ne aveva sbagliato nemmeno uno”.
“Stile” provato in allenamento: “Sì. E anche con Neuer avevo fatto tutto bene: l’avevo spiazzato. Poi boom, il rigore è partito verso la curva. E dopo ecco il dolore. Quando sono arrivato giù dai miei avevo la testa altrove e così sono partito con la mia ragazza e lei mi ha aiutato tanto: mi ha dato due schiaffi per farmi riprendere. Io sono uno che reagisce e tornato ad allenarmi volevo spaccare il mondo. Ma non ero pronto a spaccare proprio niente, non avevo la forza mentale. Poi dopo un po’ a Londra è venuta meno anche la forza fisica. Ora sto ritrovando entrambe”. Pronostico su Juve-Inter: “In Italia non ci sono squadre in grado di competere per un anno intero con la Juve. L’Inter può anche vincere ma a lungo andare la Juve è troppo più forte degli altri”.
Nazionale, Zaza spera nella convocazione: “Ma non ci penso. Perché dipende solo da me: se faccio gol, se gioco bene vado in Nazionale, altrimenti no. Quest’autunno quando non stavo giocando bene il mister è stato eccezionale: mi ha chiamato per darmi fiducia. Prima non ero Messi o Ronaldo però ora non sono un brocco: devo solo tornare a fare ciò che so fare”. Chiusura d’intervista su Conte e il suo Chelsea: “Sapevo che poteva fare così bene, perché più le cose sono complicate e più s’incaponisce. A Londra mi ha raccontato delle difficoltà iniziali: lui così rigido si è trovato in un mondo dove i calciatori mangiano qualsiasi cosa. Ci ha messo un po’ a far passare il suo messaggio e ha rischiato. Poi è decollato. Avevamo problemi simili, lui è riuscito a capovolgere la situazione, io no. Lo voglio fare ora a Valencia“.